lunedì 15 dicembre 2014

Calendario 2015 Cavaion Veronese "Il cemento della follia e della speculazione" - Gru senza Ali 6






IL CEMENTO DELLA FOLLIA E DELLA SPECULAZIONE

Il cimento dell’armonia e dell’inventione è una raccolta di dodici concerti composti da Vivaldi tra il 1723 e il 1725. Fra questi i più famosi  sono i primi quattro che, formando un tutt’uno, vengono solitamente riprodotti  insieme:  “Le quattro stagioni”.
Il sottotitolo del calendario Gru senza ali VI[1], Il cemento della follìa e della speculazione (forse avrei dovuto scrivere speculatione) mi è venuto in mente pensando al vivaldiano cimento.

La cosa buffa è che il cimento del prete rosso che allieta le nostre orecchie e il nostro animo e il cemento che ferisce i nostri occhi e ci intristisce hanno la stessa radice, la parola latina caementum (originariamente caedimentum) dal verbo caedere "tagliare, squadrare", e significò dapprima "pietra squadrata, pietra di cava", o anche "scheggia di marmo". Poi si indicò con la parola caementum anche una sostanza (pozzolana) che, aggiunta alla calce, le conferiva la proprietà di indurire sott'acqua, cioè la rendeva idraulica.[2] 
Infine, sostanza che, interposta fra altri corpi, ha la funzione di unirli saldamente fra di loro.
In senso figurato è ciò che serve a stringere, rinsaldare un vincolo: sentimenti, esperienze.

Dal caementum, materiale composito, si arriva al cimento, una mistura usata un tempo dagli orafi per purificare o saggiare i metalli preziosi ma anche l’operazione stessa del purificare e saggiare, quindi in genere esperienza, saggio, analisi.[3]

Derivato dall’attività orafa è il senso figurato rimasto ai nostri giorni, quello di prova, rischio, provocazione (il famoso tirar a cimento o tirar a siménto, in dialetto).
Più usato del sostantivo è sicuramente il verbo riflessivo cimentarsi, esporsi a cimento, avventurarsi, cimentarsi con qualcuno, affrontarlo, venire a combattimento con lui impegnarsi a fondo in qualche cosa.

A questo punto si può quindi senza dubbio affermare che a Cavaion qualcuno si è cimentato nel cementificare, cementificando rapporti amicali fra venditori di lotti resi miracolosamente edificabili e tecnici progettisti operanti in loco, estensori di esemplari piani per la gestione del territorio mirati alla conservazione della bellezza e delle caratteristiche del paesaggio.

Ora, forse, la crisi ridurrà la presenza di gru nel territorio cavaionese, il che, se da un lato è auspicabile, dall’altro mi mette angoscia perché potrebbe rendermi disoccupata. D’altra parte, questo è il settimo dei calendari-denuncia e, si sa, che il settimo è un anno critico.

Ma, come qualcuno ci ricorda, crisi significa momento di scelta, di decisione forte. Brevemente l’origine di questa parola ormai frequentemente e quotidianamente pronunciata e in merito alla quale continuano a rassicurarci che sta per finire, senza peraltro informarci né sul quando né sul come.
Il termine “crisi”, di derivazione greca, κρίσις (krisis), originariamente indicava la separazione, provenendo infatti dal verbo greco κρίνω (krìno): “separare”, appunto. Il verbo era utilizzato in riferimento alla trebbiatura, cioè all’attività conclusiva nella raccolta del grano, consistente nella separazione della granella del frumento dalla paglia e dalla pula.
Da qui derivò tanto il primo significato di “separare”, quanto quello traslato di “scegliere”. In origine, dunque, il termine era di derivazione agricola.

Il separare il buono dal cattivo comporta una scelta. La crisi ci impone quindi scelte ben precise e, per questo, i periodi di crisi sono, dovrebbero essere, momenti di riflessione e di elaborazione di progetti innovativi anche e talvolta necessariamente di rottura con il passato.

Saprà Cavaion trovare nella crisi, che non risale a qualche mese fa,  l’opportunità verso un cambiamento radicale? E’ ancora in tempo per poterlo attuare? O, forse, cinque anni orsono ha purtroppo perso anche l’ultima, veramente l’ultima, occasione offertale dal destino?

A giudicare dalla scarsa presenza di cittadini alla prima assemblea pubblica dell’attuale Amministrazione, temo di sì.
Nonostante la schiacciante vittoria di Progetto Paese le presenze sono state scarse, mi sembra di poter affermare che un terzo dei posti a disposizione[4] fossero liberi, una trentina. Se poi togliamo la tara, ovvero il numero dei parenti e dei facenti parte il nucleo di PP, arriviamo a numeri veramente risibili.
1839 sono state le preferenze espresse a favore di Progetto Paese, equivalenti al 59% del totale.
Il 27 di Novembre u.s. erano presenti in sala civica Eugenio Turri forse una quarantina di persone, al netto della tara.

Per quanto riguarda i Cavaionesi, soprattutto quelli DOCG, c’è da sospettare che siano ormai mitridatizzati, disperatamente mitridatizzati, sembrano diventati insensibili a tutto. Per contro, da un po’ di tempo a questa parte, fanno molto moto.

Infine, parafrasando il poeta, augurerei alla nuova Prima Cittadina: “che la tua carica, anco tardi venuta, non ti sia grave” e le consiglierei pause rigeneranti, non si può essere dappertutto.
Distaccarsi un po’ dalle cose, dalle situazioni,  serve a vederle sotto un altro aspetto, il che, talvolta, può risultare di grande utilità. Come quando si osserva un’opera d’arte, è necessario allontanarsene per avere una visione del tutto, altrimenti si corre il rischio di vederne solo un particolare e giudicarla solo per quello.

Gli esperti, infine,  affermano che i capi devono essere soli, questo per mantenere equidistanza con tutti e garantirsi una grande libertà nelle decisioni, piacevoli e spiacevoli.              

Adriana Bozzetto -  una extra-comunitaria


Cavaion Veronese
XII - 2014


[1] E’ il sesto calendario intitolato Gru senza ali, in realtà è il settimo. Quello del 2010 aveva per titolo “Il gallo “scomparso

[2] I corsivi sono tratti da:  http://www.treccani.it/vocabolario

[3] Nel 1657 Leopoldo de’ Medici fondò a Firenze l’Accademia del Cimento per lo studio delle scienze fisiche
[4] La Sala Civica è omologata per ospitare 100 persone.

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