martedì 11 dicembre 2012

CAVAION VERONESE Calendario 2013 "In memoria di un kaki" - Gru senza ali 4

"Vive le Roi Soleil de Cavaion!" 

 



IN MEMORIA DI UN KAKI
Il Kaki è un albero da frutto originario della Cina e sembra essere fra i più antichi coltivati dall’uomo, da oltre 2000 anni.
Passa del tutto inosservato nella stagione che segna il risveglio della natura ed in quella che ad essa succede, l’estate. Ma appena arriva l’autunno ecco che le sue foglie a poco a poco trasformano il loro verde scuro in una meravigliosa varietà di sfumature che vanno dal marrone e arrivano al giallo brillante passando per un arancione che ricorda il sole al tramonto.
Non appena la fulva chioma del kaki comincia a diradarsi e le foglie, cadendo  ai suoi piedi, formano un soffice tappeto, fanno capolino i frutti: gialle sfere abbarbicate ai rami che ne saranno l’unico e meraviglioso ornamento quando saranno completamente spogli. Solo un albero dell’estremo oriente può raggiungere tanta bellezza come risultato di una sottrazione, offrendoci frutti dal sapore delicato, gli unici a maturare in inverno, naturalmente dalle nostre parti.

E’ un albero fortemente presente nella cultura contadina, assieme al fico. Presente nei giardini, negli orti di un tempo. I suoi frutti non si compravano, semplicemente si coglievano o si ricevevano in regalo, come del resto i fichi.

A Cavaion ne esistono alcuni esemplari. Mi aveva colpito in modo particolare quello ben curato e sicuramente non giovanissimo, che si ergeva maestoso al limite di un grande prato, all’angolo fra via Cavalline  e via Pozzo dell’Amore. Lo avevo fotografato nel Novembre di cinque anni fa con l’intenzione di servirmene per dipingere un  quadro. Però solo questa estate mi sono decisa a realizzarlo: quando ho scoperto che era destinato ad essere sacrificato al dio Sole, assieme ad un nespolo giapponese, un fico, due ulivi.

A Cavaion lo sfregio del paesaggio causato dalla incessante, insensata, disgustosa cementificazione continua nell’indifferenza generale, sembra che i cavaionesi siano vittime della sindrome di Stoccolma. E’ da una ventina d’anni che si persevera nell’edificazione intensiva random, nella assoluta assenza di una pianificazione delle zone di espansione, non di sviluppo come si ama dire nel palazzo, del paese nel rispetto e valorizzazione delle sue peculiarità, accompagnata dalle necessarie infrastrutture e gli indispensabili servizi.

Il prato del kaki non esiste più, lì si sta costruendo un condominio, battezzato “Residenza Solare”, gemellato con il “Borgo del Sole”. Un enorme bubbone in una zona dove sorgono villette di un piano. Un enorme bubbone che deturperà il panorama e la visione prospettica.
E’ mai possibile che non si possano modulare gli indici di fabbricabilità tenendo conto delle caratteristiche esistenti in zone nelle quali si intendono rendere edificabili nuove aree?

Il kaki, nel suo paese d’origine, viene chiamato l’Albero dalle sette virtù, una di queste è che offre una buona legna da ardere, evidentemente il proprietario conosceva già le altre sei[1] e ha pensato bene di trovare motivo per abbatterlo.

Il kaki, in Giappone, è stato definito Albero della pace.
Nei primi giorni di Agosto del 1945 gli Stati Uniti lanciarono su quel Paese due bombe atomiche, il 6 su Hiroshima ed il 9 su Nagasaki. Ad ognuno di questi due orrendi strumenti di morte venne affibbiato un soprannome: Little Boy (bambino) all’atomica destinata a distruggere Hiroshima e Fat Man (ciccione, grassone) a quella avente come obiettivo Nagasaki. Ebbene alla devastante forza di Fat Man sopravvissero alcuni kaki, per questo furono chiamati, appunto, alberi della pace.

A quanto pare, la forza distruttrice della bomba cavaionese, supera quella del Fat Man statunitense.

Per concludere vorrei riportare la parte finale di una intervista a Salvatore Settis, condotta da Gabriele Salari, pubblicata su Famiglia Cristiana (30 Novembre 2012). L’occasione era la pubblicazione di Azione Popolare (Einaudi Editore), l’ultima fatica del Professore.

Salari: Qual è un testo da rileggere sempre attuale oltre alla Costituzione?
Settis: «La Costituzione Apostolica “Quae publice utilia et decora” di Gregorio XIII, del 1574. Nel testo si proclama sin dalle prime righe l’assoluta priorità del bene e del decoro pubblico sulle cupiditates e sui commoda (interessi, profitti) dei privati, sottoponendo a rigoroso controllo l’attività edilizia di tutti i privati, compresi gli ecclesiastici. Scritta in un bellissimo latino curiale, rifacendosi al diritto romano, stabilisce l’assoluta priorità del bene comune. Le leggi che vengono emanate ancora oggi in Cina e India partono da lì. D’altronde, non è un Papa qualunque Gregorio XIII, ma colui che introduce il calendario che oggi è usato in tutto il mondo».
_______________________
[1]Vive a lungo (non quello di Cavaion), Offre una grande ombra, Fra i suoi rami ospita nidi di uccellini, Non viene attaccato da parassiti, Le sue foglie, in autunno, sono decorative, Le sue foglie sono un ottimo concime.


Firmato
Adriana Bozzetto – una extra comunitaria 

domenica 9 dicembre 2012

Il Garda va salvato da mafia, TAV e cemento. Parola di Vittorio Messori.

Articolo de il Corriere del Garda di Alessandro Gatta del 03 luglio 2012 

Vittorio Messori
Qualcosa non quadra lungo i paesaggi paradisiaci che circondano il lago di Garda. Dalla sponda veronese a quella bresciana, e quel cemento di troppo che in particolare nei dintorni di Desenzano, e nelle aree adiacenti alle Colline, Valtenesi compresa. Chi scrive abita qui da poco meno di 20 anni, dopo una breve esperienza milanese: il professor Vittorio Messori a Milano ha di certo vissuto di più, ha studiato e conosciuto pure Torino, ora dagli anni ’90 risiede a Desenzano, e scrive e lavora a Maguzzano, nella storica abbazia. Il colpo d’occhio parla chiaro, panoramico o no. “Mi ritengo un immigrato volontario – ci racconta il professore – Ho scelto di trasferirmi qui, con mia moglie, pur non avendo parenti o amici di vecchia data, semplicemente perché attirato dalla bellezza del luogo. Ma mi accorgo che è una sofferenza, vedere che questo paesaggio che oltre a me nei secoli ha attirato infinite altre persone, anno dopo anno si degrada, subisce una dubbia edilizia, l’edilizia delle case sparse nella campagna, l’edilizia delle seconde case. Io le chiamo conigliere, le conigliere del Garda: e al territorio non portano nulla, abitate si e no due settimane all’anno attirano solo i ladri. Chi ci vive, bavarese o bresciano che sia, si porta pure l’acqua minerale da casa. Ai gardesani l’ho detto e lo ripeto, state attenti! State distruggendo il vostro territorio, state sperperando e scialacquando il vostro patrimonio”.

Un patrimonio paesaggistico naturale che negli ultimi anni ha subito trasformazioni evidentissime. Un consumo di suolo e di territorio che non ha eguali nell’Italia degli anni ’90: “Dobbiamo essere realisti – continua Messori – il consumo del territorio deve essere fermato. Non possiamo permettere che questa edilizia, anche di cattiva qualità, continui ad allargarsi, a macchia d’olio. Io abito a Desenzano, da quando mi sono trasferito la città ha raggiunto i 30mila abitanti, è la seconda della Provincia. Senza dimenticare le centinaia, forse migliaia di seconde case. Ovviamente la nostra non è una dittatura, non possiamo impedire alla gente di trasferirsi qui. Nonostante lo scempio il Garda è ancora appetitoso. Ma dobbiamo conciliare questa crescita inarrestabile con la necessità di salvare il territorio, e trovare al più presto un punto di equilibrio”. I suoi articoli, pubblicati di recente anche dal Corriere, non sono piaciuti proprio a tutti. Tanto che in molti si sono stupiti (o almeno lo hanno fatto credere) quando il buon Messori è stato minacciato, più e più volte. “Mi sono molto esposto, e continuerò a farlo. Per salvare la campagna che ancora oggi miracolosamente resiste intorno all’abbazia di Maguzzano: terreni che fanno parte del paesaggio e della storia, una storia millenaria del libero Comune monastico amministrato da un frate e da cinque contadini, eletti dai loro compagni. Ho fatto articoli, interviste, inchieste, mi sono battuto affinché questa bellezza e questo verde fosse salvaguardato dalle costruzioni. Una zona ancora libera, e dunque molto preziosa: è chiaro che la trasformazione di un terreno da agricolo a edificabile significa poter moltiplicare per il mille il valore del terreno stesso. Una cosa è coltivare mais, un’altra è poterci costruire”. Ed ecco allora le minacce, ripetute: lettere anonime e minatorie, vetri dell’auto spaccati, telefonate notturne.

“Non voglio fare il martire, e nemmeno l’eroe. Ma le minacce erano concrete e pesanti, mi raccomandavano di farmi i fatti miei. Questa è il modo di fare della mafia, e me lo ha confermato anche il Questore di Brescia, non appena i giornali pubblicarono la mia storia. Mi ha detto di stare molto attento, e che effettivamente ci sono degli interessi mafiosi molto forti per quella zona, proponendomi perfino una scorta. Ma se devo morire, preferisco farlo da uomo libero”. La Digos è poi arrivata, i giornali locali ne hanno parlato ancora, le minacce al momento sembrano concluse. Perché le mafie “preferiscono agire nell’ombra” e gli interessi sono così alti che “non ci sono solo i mafiosi, ma ci sono anche certi agricoltori”.
Vittorio Messori sembra accerchiato, per fortuna non è sempre così. “Certo non sono molto amato – sorride – la mafia mi minaccia, la gente del posto non sempre mi guarda in modo entusiasta. Ma sono contento di poter lavorare a fianco di Gabriele Lovisetto, segretario del Comitato Colline Moreniche (presto Consorzio) che ha sede proprio nell’abbazia, proprio accanto al mio studio. Stiamo parlando di un vero missionario, che fa un’opera preziosa, spesso anche da solo. Un missionario che si batte per la difesa di quanto resta della bellezza gardesana, ammiro molto il suo impegno totale, e per il tutto il territorio. Non mi ritengo un ambientalista o un verde, spesso sono categorie di estremisti, quasi fanatici, che fanno più danni che benefici. Credo che invece Lovisetto e i suoi amici siano mossi dal buon senso, non si vuole bloccare tutto senza riflettere, si vuole semplicemente conciliare il doveroso progresso con la salvaguardia dell’ambiente”.


“Parlando di progresso ecco che si avvicina la TAV, che passerà da Brescia, passerà dal Garda e dalle Colline Moreniche, sfiorando la Lugana e i vigneti. “Meglio essere chiari, in un Paese sovraffollato come l’Italia un treno ad alta velocità non ha senso di esistere. Solo da Milano a Venezia ci sono almeno sette città importanti, una ogni 50 chilometri: non vedo quindi a cosa possa servire un treno che fa i 300 all’ora. Un conto sono le pianure siberiane della Russia, un conto è il deserto spagnolo, da Madrid a Saragozza e da Saragozza a Barcellona. Là non c’è niente davvero, non c’è neanche una casa”. Il progetto però si farà, nonostante le critiche e nonostante le polemiche: “Se si deve fare, meglio farlo provocando meno danni possibili. In questo ha ancora ragione il Comitato, il progetto va spostato, magari più a sud. La preziosità delle Colline Moreniche deve essere tutelata. E attenti ai cantieri, e alle gallerie. Rischiano di sconvolgere tutto il sistema idrico che alimenta il Garda“.

sabato 24 novembre 2012

A Cavaion Veronese - Ambiente, Cemento e Mafia al Nord


A Cavaion Veronese - Ambiente, Cemento e Mafia al Nord
 Venerdì 7 Dicembre, ore 21.00
Sala Civica Corte Torcolo - Via Vittorio Veneto, 1




La Nebbia e la Neve e l'Associazione Culturale LiberaMente presentano  una serata di informazione e dibattito sull'ambiente, il territorio e la Mafia al nord.
Con la partecipazione straordinaria di Benny Calasanzio Borsellino, scrittore e giornalista.


"Un familiare di vittime di mafia passa metà della sua vita a difendere la vittima e l'altra metà a difendere se stesso"
 

Prevedendo nuove aree edificabili a Cavaion V.se, durante la serata, si tratterà anche del prossimo Pat (Piano d’assetto territoriale) e verrà presentato il calendario Cavaion Veronesese 2013: “Gru senza ali 4 - In memoria di un Kaki".


 

venerdì 23 novembre 2012

Festa di Sant'Andrea Patrono di Incaffi - Affi (Verona)

FESTA DI SANT'ANDREA Patrono di Incaffi di Affi (VR)

Programma
Venerdì 30 novembre 
ore 18.30 Santa messa animata
ore 19.30 Cena a base di minestrone, salumi, castagne, fogassa e brulè, mandorlato
Lotteria di Beneficenza

Sabato 1 dicembre
ore 18 Aperitivo
ore 19 Apertura cucina*
ore 21 Osserviamo il cielo notturno di Incaffi. Osservazione con telescopi del cielo stellato in loc. Mascanzoni (a cura del Gruppo Astrofili Mozzecane)

Menù: * bruschette, trippe in brodo o alla parmigiana, carne salà con fagioli, wurstel, formaggio cotto, fogassa su la gradèla.

 ° Confezioni con olio extravergine di oliva Sant'Andrea, grappa ginevrina, mandorlato.

LA FESTA SI TERRA’ IN APPOSITO TENDONE RISCALDATO, IN LOC. CA' ROTA, CON QUALSIASI TEMPO IL RICAVATO DELLA FESTA SARA’ DEVOLUTO IN BENEFICENZA

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lunedì 19 novembre 2012

Il massacro di Gaza : la testimonianza di Abuna Mario

Testimoniaza di Padre Abuna Mario  
datata

Ieri e’ stata una giornata molto intensa, iniziata la notte quando alle 3.00 sono andato a prendere all’aeroporto di Tel Aviv il parroco di Gaza, abuna George che stava tornando in Terrasanta, dopo aver visitato il padre ammalato, per poter rientrare a Gaza e stare vicino alla sua gente e a tutto il popolo Gazawi.

Abuna George e’ arrivato con il volto triste per le notizie che i suoi parrocchiani gli avevano mandato in Argentina. Dal desiderio di non perdere altro tempo, sarebbe voluto andare direttamente da Tel Aviv ad Eretz ma dopo una bella discussione l’ho convinto che tanto alle 4 di notte non lo avrebbero fatto entrare ed allora siamo tornati a BetJala dove abbiamo “dormito” un paio di ore per poi ripartire alla volta della Striscia di Gaza.

Arrivati ad Eretz alle 8,30 abbiamo trovato le strade bloccate un paio di km prima e dopo alcune telefonate con i nostri amici israeliani di Eretz ci hanno promesso che alle 9,30 sarebbe venuto qualcuno a prenderci. E cosi’ e’ stato. Avuto il permesso di entrare, non abbiamo atteso un minuto di piu’ e quando ci siamo salutati ho visto negli occhi di abuna George la gioia mista alla preoccupazione.  Gioia per aver avuto la possibilita’ di entrare al piu’ presto e poter tornare a condividere questi momenti terribili insieme alla comunita’ che Dio gli ha affidato. Preoccupazione perche’ mentre eravamo in attesa di entrare, diversi F16 sono passati sopra di noi sganciando diversi missili e cosi’ abbiamo subito pensato alla morte che questi missili avrebbero seminato. Perche’ a Gaza non ci sono rifugi per la gente, perche’ a Gaza non ci sono sirene che ti avvertono come in Israele. L’ho sperimentato anche io ieri  ad Eretz.  Partita la sirena, insieme ai tassisti di Rahat che vivono al check point aspettando qualcuno da trasportare, come se tutto fosse normale,  siamo andati a passo veloce dietro un container che ospita i bagni. Ho chiesto se non fosse pericoloso dato che mi sembrava abbastanza debole il container per poterci riparare ma tutti erano tranquilli e mi hanno risposto che anche se un razzo arrivava li’, avrebbe bucato il container da una parte e si sarebbe fermato….insomma non poteva arrivare dall’altra parte del container.

Durante il lancio dei razzi dall’altra parte, mi ha colpito molto questa “serenita’” dei tassisti cosi’ come mi ha colpito molto la “tranquillita’” dei soldati del check point di Eretz con i quali abbiamo passato diverso tempo in attesa dell’abuna Pablo che stava uscendo con un convoglio ONU insieme ad altri cooperanti italiani e a 3 focolarini bloccati sulla Striscia da mercoledi’ scorso. Ci dicevano di entrare nella stanza del controllo passaporti perche’ li’ era “sicura”!

Al suo arrivo abuna Pablo era molto scosso per le nottate di inferno passate.  Mi ha raccontato a fatica di come proprio l’ultima notte ha pensato che non sarebbe uscito vivo da questo inferno, di come ha pianto nel buio della notte circondato da continui e incessanti bombardamenti, di come ha fatto fatica a ‘restare umano” al pensiero che se i missili avevano risparmiato lui e le suore, sicuramente avrebbero ucciso altri e devastato tutto.

Questa mattina ho parlato con abuna George :  Mi racconta al telefono : “notte d’inferno dove la terra ha tremato e la canonica anche…nonostante sia grande e grosso ho dondolato sul letto tutta la notte ed ho avuto un po’ di paura anche io ma ringraziando Dio, abbiamo rivisto la luce del giorno…le suore stanno bene e i nostri cristiani tutti bene ma diversi di loro abitando nella zona di Nasser Street dove la famiglia Dolu e’ stata sterminata, hanno avuto tutti i vetri distrutti e si sentono miracolati….”
Quello che sta succedendo e’ un genocidio fisico che ancora molti non vogliono vedere ma che non restera’ impunito (almeno da DIO). C’e’ una totale dis-informazione su quanto sta accadendo e mi sono convinto anche io che non importa chi ha iniziato prima o dopo (anche se per amore della verita’ sin da agosto Israele ha bombardato la striscia in modo piu’ o meno continuo… per conferma domandare alle nostre suore…o leggete il mio post dell’ 8 settembre (clicca per leggere) sul ritorno a casa di Giries…)
Ora e’ fondamentale dire BASTA !!! Basta a questo massacro fisico e psicologico che deve terminare al piu’ presto e che sta creando seri problemi ai bambini che restano vivi.  La sorellina di Giries, 9 anni , per esempio ha avuto diverse crisi epilettiche per la paura a causa dei continui bombardamenti e mi racconta abuna Pablo che tutti i genitori sono preoccupatissimi per i loro figli e per le conseguenze psicologiche che subiranno…sempre se rimarrano vivi.  Io non ho contatti con le famiglie musulmane ma posso immaginare che la situazione di terrore in cui vivono sia la stessa!!!

In queste notti dove anche io faccio fatica a dormire mi ritornano in mente e nel cuore le immagini degli occhi dei bambini di Gaza che ho visto in questi anni di avanti e indietro con la Striscia.  Occhi terrorizzati che mi imploravano di fare qualcosa… E’ per questo che non posso tacere e restare in silenzio : sarei complice del silenzio di tanti e quello che mi fa’ piu’ male anche della mia chiesa…non quella locale che fa’ quello che puo’ ma di quella aldila’ del mare! Per questo dobbiamo dire BASTA.  Chi puo’ fare qualcosa lo faccia!!!

E’ incredibile come non ci sia nessuna pieta’ e nemmeno un po’ di umanita’ (non ne chiediamo tanta) da parte del mondo ma a maggior ragione da parte di un popolo che certe cose le ha subite e le conosce bene…essere bombardati tutta la notte vuol dire vivere il terrore di poter morire in ogni istante. Sfido chiunque di voi a vivere in questo modo. Ha ragione Michele Giorgio quando dice che i veri eroi sono i civili palestinesi che nonostante questo massacro in corso resistono, resistono e resistono !!! Shame on Israel !!!

P.S.  Un consiglio : Non andate a leggere altri giornalisti italiani e soprattutto non ascoltate le menzogne e le stronzate di Pagliara sulla RAI….da seguire Michele Giorgio per avere in diretta quello cha accade dentro la Striscia di Gaza e quello che scrive Rosa Schiano, una ragazza minuta con una forza straordinaria che vive da tempo dentro Gaza condividendo la drammatica vita di questi poveri disgraziati!  Oggi ha fatto un bell’articolo anche Andrea Avveduto  che vive a Gerusalemme…ma leggete il suo articolo e basta…non il Sussidiario per favore e nemmeno Repubblica ma nemmeno tutti gli altri….vergogna anche su di loro!!!!

domenica 11 novembre 2012

Cavaion Veronese, AAA Cercasi striscionisti disperatamente!

Riportiamo una lettera aperta firmata da Gregoretti Ugo,  pubblicata sull'ultimo numero del periodico La Voce del Paese, più precisamente nella rubrica aperta al pubblico, curata da Gina Piena, denominata  "La posta della Gina Piena" , la quale ringraziamo per aver preso in considerazione le parole del Gregoretti.
Gentile Ugo, ci sentiamo quasi in dovere ripubblicare qui su La Nebbia e La Neve il suo scritto, in quanto pur noi ci siamo occupati dell'evento cavaionese, avvenuto domenica 30 settembre, in un post intitolato Cavaion Veronese una domenica da striscioni - The explosion day,  documentando il tutto con un video, il quale riproponiamo assieme alla sua missiva.


Gentilissima Gina,
Sono un vecchio signore in pensione, e appena finita la mia vita lavorativa, ho pensato di investire il frutto del mio lavoro in una casetta bifamigliare in località Pezze di Cavaion. Tutto incominciò una domenica di ottobre del 1 999, io e mia moglie, usciti dalla superstrada e passato il ponte, ci troviamo davanti a un gigantesco cartello con su scritto “CAVAION A SPASSO TRA VIGNE E LAGO”. Superata la curva appare davanti a noi un paese incantevole, bello, disteso sul pendio del monte San Michele; la chiesa domina tutto intorno e le case, ben distribuite sul crinale, sono avvolte dal grigioverde degli ulivi ed illuminate dalle foglie rosse e gialle dei filari delle vigne. Alle sue spalle, il contorno delle rocce bianche ed il verde scuro del Moscal, rubano la scena al Monte Baldo che si intravede in lontananza un po’ annoiato ed offuscato da una timida nebbiolina autunnale. Siamo rimasti estasiati, è stato proprio il classico “colpo di fulmine”. Quando ci siamo accorti che in 10 minuti potevi andare sia sul lago di Garda che sul Baldo, abbiamo deciso che questo sarebbe stato il paese in cui sognavamo di invecchiare.

Purtroppo il nostro innamoramento è durato poco, nel giro di pochi anni il nostro territorio ha subito un saccheggio dissennato. Tutti quelli che avevano
un pezzo di terra, lusingati da facili guadagni, l’hanno venduta ad imprese senza scrupoli, e con il contributo di amministratori mediocri che non pensavano minimamente al futuro del paese ma al profitto ed al prestigio personale, ora siamo qua a piangerci addosso, pieni di debiti e con il futuro dei nostri figli compromesso irrimediabilmente.

Giovedì 27 settembre ho assistito all’assemblea pubblica organizzata dalla minoranza Progetto Paese, e sposando in pieno le parole di un cittadino presente, ritengo che pur apprezzabile il loro sforzo sia insufficiente. Atteggiamento rassegnato nel sostenere le varie tesi, utilizzo di strumenti insufficienti per coinvolgere la
popolazione, e mancanza totale di grinta e di passione, o se c’era, io non l’ho avvertita. Una minoranza per diventare maggioranza deve lavorare al doppio non la metà, deve dimostrare di avere le “Palle” vere e non di “gomma”. L’unica cosa che ci accomuna entrambi, è aver scoperto che da almeno 5 anni le scritte, sul famoso cartello all’entrata del paese sono sparite, e ora è sparito perfino il cartello. La natura vergognandosi di noi ha pensato bene di far sparire questa presa per “Il Lato B” un po’ alla volta. Qualcuno ha detto che un popolo ha gli amministratori che si merita, se va avanti cosi chiedo l’asilo politico al comune di Affi.
Domenica 30 Settembre uscendo da messa delle 11.00 sento bisbigliare tra la gente che, durante la notte, il paese è stato “Invaso da striscioni di natura equivoca” con scritte che mettevano in cattiva luce la nostra amministrazione: in via Berengario c’era: SMETTETE DI FARCI LA CORTE; sui ruderi del “Borgo del Sole”, coperti dalla vegetazione, c’era: SALVAGUARDIAMO I NOSTRI BENI CULTURALI; in Piazza della Chiesa c’era: CAVAION A SPASSO TRA GRU E CEMENTO; e all’entrata sud del paese c’era una ESSE davanti a Cavaion per correggere l’errore sulla scritta e testimoniare le vere origini del nostro paese, come ci dicono gli archivi storici (popolo di scavatori), SCAVAGIONE. Tra me e me ho pensato, ma guarda anche il resto della minoranza (Sabaini\Duello) in quota Bunga Bunga invece di fare come in tutti i consigli comunali, la minoranza della maggioranza, presi da un scatto di orgoglio hanno voluto testimoniare la loro vicinanza agli amici del Progetto Paese (Righetti\Tramonte\Mancini). Hanno voluto testimoniare molto civilmente il loro grido di protesta con dei semplici ed ecologici striscioni.
Non come quel pazzo scatenato che qualche anno fa, essendo sprovvisto di cellulare, lasciava qua e la messaggi di “stima e di affetto” ad un noto assessore di quel tempo, imbrattando di vernice il municipio, la chiesa, e qualche altra casa.

Confesso che quella notte non riuscivo a prendere sonno dalla gioia, finalmente qualcuno prendeva la propria coscienza in mano e decideva di rispettare gli impegni presi con i propri elettori. La mattina seguente vedendo l’operaio del Comune che in fretta e furia toglieva gli striscioni, dopo che li avevano già visti tutti quanti, scopro che mi ero sbagliato di grosso, nessuno di quelli succitati aveva fatto cose del genere, per loro le cose vanno bene così. La triste notizia fu subito
scacciata dal pensiero che gli autori di questa PROVOCAZIONE non erano i soliti noti, ma erano persone nuove, diverse, essi davano voce all’ indignazione di tanti SUDDITI Cavaionesi che condividono le proteste ma non vogliono metterci la faccia. ERA ORA CHE QUALCUNO ALZASSE LA TESTA! ! !
Chiunque voi siate: Io in cantina ho un rotolo di stoffa di 85 metri, doppia altezza, occhio croce potrebbero essere fatti 35 striscioni. Cosa ne dite se sotto le feste facciamo “gli auguri” a tutti e incartiamo il paese per benino! ! ?
Cordialmente saluto Gregoretti Ugo.
La Gina Piena risponde:
Caro Ugo,
capisso la tua disperassione, per questo “innamoramento” non corrisposto, ma siccome me fiol el gà da ristutturarse la casa, ho pensà che nò l’è miga el caso che te diga cosa penso.
Comunque tè rispondo citando un anedoto che me contava sempre me nono quando sera ancora zoena, e chè el mè restà impresso. En giorno tutta contenta e innamorata del me Bepi, go dito:
« ono!!! gò avù en colpo dè fulmine. . . doman me sposo!!!» E me nono èl mà risposto: «Aspeta n’atimo… sa ela tutta stà pressia? tè l’è appena conossuo!» No ghè stà gnente da far… l’amor le orbo caro Ugo... e sèrte robe, anca se iè grosse, quando tè sé inamorà nò te le vede miga.
«Comunque Gina ricordete sempre - el m’ha dito me nono - che el matrimonio l’è come “en Baril de mel e merda” subito te scomesie con el mel ma man man che te ve en zò, prima o dopo tè cate anca la “merda”». Vedeto Ugo, ti te sere inamorà de Cavaion e mi de mé marì, el Bepi, e tutti dù semo restè freghè. Probabilmente gavea reson me nono, tutti dù avemo verto el baril... da la parte roersa! ! !
Tè mando èn strucon… Gina

domenica 28 ottobre 2012

LiberaMente a Cavaion Veronese

Re-Inventiamo Cavaion!
Pensiamo in modo sostenibile, partecipativo ed innovativo, sia per il presente ma anche per il futuro!
LiberaMente si presenterà mercoledì 07 novembre 2012 presso la sala civica di Cavaion Veronese - ore 21,00

La neo associazione culturale cavaionese LiberaMente vuole trovare nuove idee per affrontare i problemi presenti nel nostro paese che più ci preoccupano: assenza di spazi comuni, cementificazione del territorio e appiattimento culturale. Cerchiamo giovani come noi (anche meno giovani) che vogliano costruire finalmente una società attiva e partecipativa con un unico scopo: il bene del nostro comune, Cavaion!

 Questi gli obiettivi iniziali: 
  • Creare spazi culturali per i giovani, dove favorire la formazione e promuovere eventi 
  • Stop al consumo di territorio e recupero strutture già esistenti 
  • Contribuire alla creazione di uno spirito partecipativo e attivo all’interno del nostro paese
  • Valorizzare lo sviluppo sostenibile                                                                                  

Segui l'evento su FaceBook!


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- Cavaion Veronese tra Sabainismo e Amore - Cavaion Veronese between Sabainism and Love

- Cavaion Veronese una domenica da striscioni - Cavaion Veronese The Explosion Day

 

 

venerdì 26 ottobre 2012

Città del futuro: non solo smart, al centro la qualità della vita

Dal Corriere della Sera del 04-10-12 Lo sviluppo di smart grid, reti intelligenti che non si limitano al trasporto di energia, ma la gestiscono scambiando informazioni tra chi la consuma e chi la genera. E il verde, considerato un elemento costitutivo della progettazione e della pianificazione architettonica, imprescindibile perché abbatte fino al 30% i consumi energetici svolgendo l’azione di biofiltro degli inquinanti atmosferici. La città del futuro dovrà necessariamente essere una smart city ricca di verde. Se ne è parlato a Como lo scorso 28 settembre, durante la presentazione di Energia in città: scenari e riflessioni sugli aspetti energetici nell’ambiente urbano, studio realizzato da un gruppo di lavoro interdisciplinare composto da ingegneri, chimici, fisici, ecologi, architetti paesaggisti e urbanisti, geografi, economisti ambientali coordinati dal Centro Volta di Como insieme a Edison.

OLTRE I LIMITI - «Il Nord Italia detiene il record per il superamento della soglia limite di ozono di 240 microgrammi (μg) al metro cubo (m³). In Lombardia sono stati raggiunti anche i 300 μg/m³, è stato detto. Non va meglio per il PM10 che supera i 50 μg/m³ per più dei 35 giorni all’anno consentiti dalla normativa. Milano e Como hanno i picchi di 140 e 70 giorni di superamento». Come intervenire?

INTERVENTI - Secondo gli autori dello studio le città italiane potrebbero ridurre l’inquinamento atmosferico fino al 30% nell’arco di vent'anni grazie a un programma che le renda efficienti a livello energetico e le riqualifichi dal punto di vista urbanistico. Con interventi sul riscaldamento e sulla mobilità, con il ricorso alle fonti rinnovabili e un consumo intelligente di energia, con interventi di architettura verde. Oltre alle reti intelligenti che consentirebbero ai consumatori di partecipare fornendo energia al sistema e ricevendo in cambio un’adeguata remunerazione, il modello di città futura presentato a Como prevede una notevole riduzione delle emissioni inquinanti grazie al risparmio energetico in ambito edilizio.

I VALORI - Come è stato detto, William Rees, inventore del concetto di impronta ecologica, ha definito la città «la forma di sviluppo residenziale più costosa dal punto di vista economico, ambientale e sociale finora inventata dall’uomo». Le grandi periferie urbane delle città europee sono caratterizzate da blocchi residenziali a più piani, circondati spesso da spazi vuoti costituiti da prati, strade e parcheggi. «Nella città contemporanea stiamo assistendo alla scomparsa di due elementi ritenuti fondamentali per una futura ricostituzione della sostenibilità: il legame tra le persone, cioè il valore di relazione, e il legame tra le persone e lo spazio urbano, ovvero valore di appartenenza in relazione al genius loci», hanno spiegato i progettisti.

CITTÀ SOSTENIBILE - Per costruire una città sostenibile è necessario prestare attenzione all’ambiente non solo inteso come supporto naturale o ecologico, ma anche come comunità locale direttamente coinvolta nelle decisioni progettuali. Insomma, non è sufficiente scegliere materiali e soluzioni che riducono le emissioni inquinanti, anche se muoversi in questa direzione significa risparmi energetici tra il 15% e il 30%. «Se di fronte a nuove azioni che andranno a svolgersi in direzione del contenimento dei consumi energetici, le città non dovessero in un futuro adottare innovative strategie di programmazione e pianificazione urbanistica, queste potrebbero essere soggette a una perdita di qualità del vivere, in termini di benessere, inteso come qualità dello spazio esistenziale dell’uomo».

(modifica il 8 ottobre 2012)

martedì 9 ottobre 2012

Cavaion Veronese, turista per finta - Monte San Michele 28/09/2012

 Video ideato, diretto e prodotto da Adriana Bozzetto
Distribuito da LanebbiaelaneveTV


PERCORSO DIDATTICO

Venerdì 28 settembre ho deciso di fare una camminata sul San Michele, seguendo rigorosamente il tracciato del PERCORSO DIDATTICO, come indicato da tabelloni, giusto per verificare lo stato di conservazione dei cartelli apposti in corrispondenza delle 18 stazioni.

Dagli ultimi sopralluoghi, parziali (non ero passata sulla parte a Nord), il loro stato di conservazione non si può dire migliorato, ad ulteriore conferma che i suddetti cartelli sono stati semplicemente affidati nelle mani  degli agenti atmosferici, sperando, forse, nella loro clemenza. In altre parole non si è provveduto alla loro manutenzione. Il risultato è il seguente:





Il cartello della stazione 8, dopo essere stato vittima di un disastroso “cedimento strutturale” è stato rimosso. Quelli delle stazioni 10, 11, 12, illeggibili da mesi, non sono più visibili, non si sa che fine abbiano fatto. E’ probabile che anche il 12 sia stato tolto.
Va sottolineato che le stazioni 9, 10 e 11 vengono ora a trovarsi all’interno del recinto che delimita l’area archeologica, quindi di fatto escluse da un necessario nuovo tracciato del Percorso Didattico adattato al mutato andamento del medesimo. Di conseguenza, saranno da rifare i due grandi tabelloni, quello in piazza della Chiesa e l’altro in via San Michele, adiacente alla stazione 1, saranno da rinumerare, quindi rifare, tutti gli altri cartelli. Altri costi, ma, come ripete sempre il Sindaco, non dobbiamo preoccuparci, siamo ricchi.


Già in un mio articolo apparso sul numero di Aprile 2012 (nr. 1- anno XXII) del giornalino “La Voce del Paese” avevo denunciato la situazione pietosa in cui versa il Percorso Didattico (ex Percorso della Salute), cartelli compresi. Nello stesso articolo chiedevo al signor Sindaco di comunicare alla cittadinanza quanto fosse costato il nuovo arredo del percorso stesso.
Naturalmente il Primo Cittadino (primo inter pares, non lo dimentichi, eccellenza), colui che rappresenta tutti noi, adotta una tecnica molto fruttuosa e conveniente nel nostro Paese: quella del MURO di GOMMA.

Il sentiero, dal tracciato trascurato, non proprio chiaro e con varianti ancora meno chiare, conduce il viandante nei pressi del famoso sito archeologico cavaionese: quello della Bastia.
A quanto pare, negli ultimi tempi i lavori hanno subito una accelerazione esponenziale, il che fa ben sperare in una prossima conclusione dei medesimi dopo una dozzina di anni, sì, avete letto bene, una dozzina (1 dozzina = 12)


Foto 1












Foto 2












Foto 3















Foto 4












Come vedete il sito archeologico è stato recintato (foto n. 3 e 4). L’entrata principale è dall’ampio cancello (foto n. 1). Per sicurezza, varcato il medesimo, ci si imbatte in un secondo (foto n. 2) , meno maestoso, ma pur sempre un cancello: un sito archeologico chiuso a doppia mandata, più protetto di così!

Temo che il sito della Bastia seguirà la stessa sorte dei cartelli informativi che scandiscono il Percorso Didattico: resterà eternamente chiuso e subirà le fatali conseguenze legate alla assoluta assenza di manutenzione.
Signor Sindaco: chi gestirà il sito? Mi spiego meglio chi verrà incaricato di aprire i cancelli per renderlo fruibile ad eventuali visitatori? Chi ne curerà la manutenzione? Ed, infine, a chi toccherà sostenere i costi?
A proposito, come la mettiamo con la sbarra che ne impedisce l’accesso provenendo da Incaffi?

Naturalmente, le mie domande rimarranno senza risposta.



Auguri Cavaion.

Adriana Bozzetto






 
P.S.
Le foto del filmato, dove non indicato diversamente, sono state scattate venerdì 28 settembre 2012. Lo stesso vale per quelle del presente articolo ad eccezione delle n. 3 e 4, risalenti a mercoledì 5 settembre 2012



martedì 2 ottobre 2012

Cavaion Veronese una domenica da striscioni - Cavaion Veronese The Explosion Day

"Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile." Francesco d'Assisi


Non ci si può credere! Ma cosa è successo?
Domenica 30 settembre 2012, Cavaion sembra essersi svegliato improvvisamente  da un sonno profondo  di indifferenza ed apatia, ritrovandosi decorato da  vari striscioni.
La mattina stessa, si è subito appurata la veridicità di alcune segnalazioni  e di "voci" di paese, fotografando in lungo ed in largo gli striscioni locati presso Piazza della Chiesa,  la nuova costruzione "Corte 21" in Via Berengario ed appresso il sito archeologico dietro il complesso "Borgo del Sole" (di controversa natura). Magari ce ne erano altri in giro per Cavaion, questi, però, son quelli che si son trovati.

Ecco le frasi:

"Cavaion a spasso tra gru  e cemento"  Piazza della Chiesa

"Smettete di farci la corte!"  Corte 21 - Via Berengario

"Salvaguadiamo i nostri beni culturali!" Rotonda - Borgo del Sole


Cavaion ripigliati! Tira fuori il meglio che c'é in te!
Sembrano dire queste espressioni.

Certamente  il tempo  e le amministrazioni delle future generazioni sapranno dare la giusta collocazione a questo inedito e storico atto cavaionese, che verrà ricordato come una sorta di appello per scuotere le coscienze, dopo anni ed anni di danni visibili, tangibili ed evidenti, causati dalle recenti amministrazioni.


Per concludere ci rivolgiamo a  questo/i anonimo/i autore/i dell`avvenimento, al quale/ ai quali, in nome del buon senso, gli si  vuol dire grazie!


In stile la nebbia e la neve si è eleborata una versione video dell'accaduto, intitolato Cavaion Veronese "The Explosion Day" (Il giorno dell'esplosione); accompagnato anche da alcune foto ed  immagini di nostro repertorio.

 


domenica 30 settembre 2012

C´è chi raccoglie le monetine...

Aritcolo di  MAURIZIO CATTANEO pubblicato sul quotidiano L'Arena di Verona del 30-09-2012

De Gasperi, La Pira, Moro, il veronese Gonella, Nenni- solo per citarne alcuni- dall´attività politica non hanno tratto ricchezze. Eppure parliamo di persone che hanno avuto per anni incarichi di grande potere e responsabilità (e quando i partiti erano e potentissimi). Oggi scopriamo che un capetto qualsiasi del Pdl in Lazio in pochi anni ha accumulato fortune per sé ed i compagni di merende rubando e sperperando denaro pubblico a piene mani in aragoste, champagne e feste con maiali e ballerine. Negli anni di Gonella e Moro si costruiva lo Stato sociale con maggiori tutele, pensioni e sanità gratuita anche per i più deboli. C´erano meno soldi, eppure il debito pubblico non cresceva. Oggi, mentre l´Inps chiede la restituzione delle 14esime a 200mila pensionati con la minima (500 euro al mese), scopriamo che quel piccolo boss del partito in Lazio andrà in pensione a 50 anni con 4mila euro mensili di vitalizio. Come pure avr! à il vitalizio assicurato Nicole Minetti, eletta consigliere regionale per meriti notturni. Si dirà: che possiamo farci, questa è l´Italia. Ma non erano italiani anche quei politici sobri e seri che hanno promosso quel benessere diffuso di cui ancora tutti noi godiamo? Possibile un declino così spaventoso e repentino dei Palazzi? Ora tutti i partiti si stracciano le vesti gridando che bisogna cambiare registro, che i corrotti non verranno ricandidati, che è ora di fare un bel repulisti generale. Bene, ma se i tanti faccendieri resteranno a casa, chi li sostituirà in lista? Probabilmente personaggi ancora più voraci. Il problema è che in questo clima di politica-spettacolo, dove il potere viene usato come mezzo di arricchimento personale, non c´è bacchetta magica che funzioni. Un tempo la politica era ideale e militanza (parole che oggi ai più fanno venire da ridere), oggi mezzo per rubare. Un tempo la selezione iniziava all´oratorio o nelle sedi ! di partito e durava anni. Tra acqua sacra del Po, nottate ad Arcore o primarie da operetta oggi la selezione viene fatta in diretta Tv o per ordine del capo. Conta più una frase ad effetto e col tono giusto detta a «Porta a porta», che l´aver studiato. Conta più l´inchino al capobastone di partito che lo stare tra la gente. Ma allora non c´è nulla da fare? Noi speriamo ancora di no, ma servono azioni concrete. È in discussione il decreto anti-corruzione: lo si approvi. Si rivedano le norme di finanziamento ai partiti. Si taglino i privilegi. Non si ricandidi chi ha processi o condanne. Azioni concrete, insomma, non semplici evocazioni di repulisti stile ´94. Perché quelle monetine tirate ai politici ai tempi di Tangentopoli, qualcuno è poi andato a riprendersele. E con gli interessi.

giovedì 20 settembre 2012

E sul Lago di Garda temperature in aumento

"Il Lago di Garda subirà, sensibili cambiamenti, nei prossimi anni. Lo affermano i ricercatori del progetto europeo "Eulakes" che prospettano condizioni per nulla rassicuranti."

Articolo apparso sul settimanale "Verona Fedele" del 9 settembre 2012 

Clicca su ESPAND per leggere l'articolo ed ESC per uscire 
 

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sabato 15 settembre 2012

Art in Wood settembre 2012 - San Giacomo di Zocca (Mo)

Clicca e visualizza il programma Art in Wood
"ARTinWOOD" settembre 2012
LA NATURA INCONTRA L’ARTE FRA CASTAGNI E BETULLE IL MUSEO DEL CASTAGNO di Zocca (Mo) ospita un gruppo di ARTISTI INTERNAZIONALI che danno vita ad un nuovo PROGETTO NATURALISTICO / CREATIVO realizzando sul posto a Monte San Giacomo alcune opere con i materiali offerti dal bosco.

Programma

21/22 SETTEMBRE ore 10.00 / 17.00 si può assistere alla creazione delle opere.
23 SETTEMBRE - FESTA D’AUTUNNO

Ore 15.00 INAUGURAZIONE "ARTinWOOD"
Cerimonia di apertura ufficiale del Percorso Naturalistico Creativo
con visita guidata alle opere.
A seguire INCONTRO CON GLI ARTISTI e rinfresco.
Dalle ore 11.00 * Musica e animazioni * Stands gastronomici

Il progetto che si inaugura il prossimo 23 settembre rimarrà disponibile alla visita durante tutto l'anno.

Per ulteriori informazioni: http://museodelcastagno.promappennino.it/

sabato 8 settembre 2012

Cavaion, risposta al Sig. Renato Tomezzoli

Foto di Adriana Bozzetto
Gradirei che il  Signor Tomezzoli fornisse più esaustive informazioni sui fatti che lo hanno spinto ad esprimere pubblici e sperticati elogi al Sindaco ed all’Amministrazione del Comune di Cavaion Veronese. Sarei anche molto grata se il Signor Tomezzoli ci dicesse quali vie egli è solito percorrere perché io, e non solo io, che ci abito da circa 18 anni ho un’opinione che non collima con la sua e, sinceramente, non mi sentirei di indicare il nostro Primo Cittadino a fulgido esempio da seguire da parte di altri suoi colleghi. Emblematica in fatto di cura e manutenzione è via Belvedere, ci faccia un giretto signor Tomezzoli e faccia un giretto per Cavaion “alta” quando piove e constaterà che qualche via (via Roma, via Vittorio Veneto, per esempio) sembra un progno perché priva di caditoie per il deflusso dell’acqua piovana. Tali piccoli particolari a parte, non mi pare proprio il caso di elogiare pubblicamente chi, semmai, altro non avrebbe fatto che compiere il proprio dovere, in questo caso, ordinaria manutenzione delle strade comunali. Ma, forse, appartengo ad un’altra generazione o sono di un altro pianeta.
Adriana Bozzetto

Risposta alla lettera aperta firmata dal Sig. Renato Tomezzoli, pubblicata dal quotidiano L'Arena del 18 agosto 2012, pagina 23 sezione "LETTERE", che di seguito riportiamo.

CAVAION Complimenti al sindaco
Devo congratularmi col sindaco di Cavaion e la sua amministrazione in quanto sono molto sensibili alle segnalazioni che ricevono dai cittadini, anche se non sono loro elettori per quanto riguarda la
manutenzione, l´ordine e la pulizia delle strade. un comportamento lodevole verso tutta la gente che utilizza e passa sul loro territorio. Ancora complimenti caro sindaco, avanti così e che sia di sprone ad altri sindaci della zona i quali non tutti accettano e tengono presente, attuandole, le giuste osservazioni degli utenti
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Renato Tomezzoli
VERONA

domenica 2 settembre 2012

Lazise, musica per mattoni!

Articolo del 19 agosto 2012 tratto dal sito veramente.org

La mafia nostrana a Lazise

Spesso si parla delle infiltrazioni della mafia nell’economia veneta. C’è una mafia molto più insidiosa e più radicata, che viene da vicino e che controlla gran parte dei finanziamenti pubblici e dei capitali provenienti dalle lottizzazioni dei Comuni...
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Abbiamo letto sui quotidiani il resoconto della presentazione del “grande progetto di Polo Musicale” a Lazise, in località Rocchetti:
“Una superficie coperta di 6.000 metri quadrati che insiste su un´area di complessivi 35.000 metri quadrati dove troveranno spazio aule per la musica, la danza, la musicoterapia, sale registrazione di regia, biblioteca e un teatro estivo e invernale.
Un progetto dal costo complessivo di circa nove milioni di euro, tre dei quali saranno assorbiti dai primi due stralci destinati alla realizzazione dell´area didattica e alle opere di urbanizzazione.
Contemporaneamente ai lavori per il Polo culturale partiranno anche quelli per le urbanizzazioni concesse sempre in località Rocchetti al privato con l´accordo – 10.000 metri cubi di edilizia residenziale popolare e 25.000 metri cubi di edilizia privata libera – e per la sistemazione del lungolago sino al campeggio comunale: un intervento, quest´ultimo, del valore di 800.000 euro sempre pagati, secondo quanto previsto dall´accordo con il Comune, dalla società Area Progresso”.
Vale la pena di farci un giro in località Rocchetti, a due km dal centro di Lazise in direzione Pastrengo, per rendersi conto di quanto sia astrusa la collocazione di un polo che dovrebbe essere facilmente accessibile per gli abitanti di Lazise.
Ma ancora più interessante è scoprire cosa c’è adesso in località Rocchetti. Ci sono:  un enorme fabbricato industriale mai utilizzato (avrebbe dovuto essere una cantina vinicola), una costruzione civile a due piani (mai portata a termine) e tutt’intorno vigneti.
La cantina è stata costruita nei primi anni 2000 con un contributo europeo di 279 milioni di lire, ottenuto attraverso l’Ispettorato Regionale per l’agricoltura. I proprietari della cantina sono gli stessi che, nello stesso periodo, “spianavano” la Prateria del  Maso di Montecchio per impiantarvi un vigneto intensivo. Una serie di gravissimi illeciti amministrativi portarono al sequestro di tutti i terreni per più di un anno.
Ma torniamo a Lazise dove, tra il 2000 e il 2010, con i sindaci Sebastiano e Franceschini, in località La Pezza (la zona compresa fra la Strada Provinciale VR-Lazise e la strada Gardesana, direzione Peschiera) è in atto un vorticoso giro di discutibili lottizzazioni che via via rendono edificabili  zone destinate a verde pubblico e a servizi.
La Provincia (che  a qualcosa evidentemente serve) chiede il ripristino delle zone destinate a verde e a servizi cancellate dalle mappe del Pat ed è a questo punto che viene concepito l’inghippo della Cantina, perché le zone a verde e a servizi vengono spostate, guarda caso, proprio in località Rocchetti, dove ha sede la cantina fantasma, che diventa così la Casa della Cultura e che di colpo vede trasformati tutti i terreni circostanti, attualmente piantati a vigneto, in terreni edificabili (residenziale mc. 25.000,00 e residenziale convenzionato mc. 10.000,00, totale mc. 35.000,00).
Chiunque può fare un calcolo abbastanza preciso del valore in euro di questa trasformazione e il risultato sarà comunque molto superiore al valore calcolato dal Comune di Lazise in € 4.850.000,00.
Come era prevedibile, i nomi delle società titolari dei terreni sono cambiati più volte, passando dalla originaria SOCIETA’ AGRICOLA ROCCHETTI alla attuale  SOCIETA’ AREA PROGRESSO, ma, come tutti sanno, cambiando l’ordine degli addendi (o dei soci), il risultato non cambia.
Il sindaco di Lazise Franceschini, l’architetto Alfredo Pasquetto, il sindaco di Peschiera Chincarini (tutti presenti alla kermesse) sono personaggi noti per il loro impegno nella salvaguardia del territorio, nella tutela dei valori paesaggistici e nella lotta contro la speculazione edilizia nel basso lago.

mercoledì 22 agosto 2012

giovedì 26 luglio 2012

TIFIAMO PER IL MINISTRO MARIO CATANIA, PER UNA LEGGE ANTI-CEMENTO

Una legge anti-cemento per salvare i contadini / ogni giorno cento ettari sepolti sotto il cemento,una legge anti scempio


Articolo di Carlo Petrini tratto da La Repubblica del 25-07-2012

Il ministro delle Politiche agricole e forestali, Mario Catania, ha convocato a Roma una conferenza intitolata "Costruire il futuro: difendere l' agricoltura dalla cementificazione". Un evento piccolo, ma a suo modo storico, perché in Italia è finalmente caduto un pesante velo istituzionale. Per la prima volta un ministero riconosce apertamente che il consumo di suolo è un problema grave e quindi una priorità. È stato presentato un rapporto ufficiale con statistiche eloquenti e, un po' a sorpresa, un disegno di legge «in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo» che, tra le altre cose, propone con grande coraggio l' abolizione dell' uso da parte dei Comuni degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. Il suolo è un bene comune. Una volta cementificato perde fertilità in maniera irreversibile, smette per sempre di produrre cibo, bellezza, cultura. Tre elementi che sono le nostre migliori ricchezze, che continuiamo a sperperare senza ritegno. A tal proposito, sia sufficiente una citazione attribuita all' economista John K. Galbraith: «Penso alla vostra patria, alla bellezza del suo paesaggio, alle vestigia storiche, alla sua agricoltura, al suo turismo. Se voi oggi siete in crisi è colpa vostra». È colpa nostra bruciare risorse uniche: secondo il rapporto del ministero dal 1971 al 2010 abbiamo perso il 28% della superficie agricola utilizzata, un' area grande come Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna. Ogni giorno si cementificano 100 ettari di suolo e l' agricoltura italiana soddisfa soltanto più l' 80% del nostro fabbisogno alimentare. Se per alcuni decenni l' agricoltura ha sopperito alla diminuzione dei terreni con l' incremento delle rese delle coltivazioni, oggi ciò non è più possibile per motivi strutturali e di sostenibilità ambientale. L' agricoltura industriale non può andare tanto oltre quanto non si sia già spinta. Intanto il sistema di produzione del cibo soffre profondamente. Scarsa remunerazione ai contadini, una filiera iniqua che penalizza soprattutto gli agricoltori e una mancanza cronica di giovani che rigenerino le nostre campagne sono un perfetto apripista per la perdita dei nostri terreni fertili, sia per cementificazione, sia per abbandono. La crisi del mondo agricolo è la prima causa del male, perché se distruggiamo i presidi principali del territorio, ovvero le persone che lo lavorano e lo curano, non ci sarà più speranza. Per ritrovarla servono nuovi paradigmi, creatività, nuove priorità. Ciò che giustamente Catania vuole incentivare: «Serve una battaglia di civiltà, per rimettere l' agricoltura al centro del modello di sviluppo che vogliamo dare al nostro Paese. Immagino uno Stato che rispetti il proprio territorio e che salvaguardi le proprie potenzialità. Noi usciremo vincenti da questa crisi se lo faremo con un nuovo modello di crescita». Dalla buona agricoltura non si prescinde, e quindi non si deve prescindere dalla tutela dei terreni. Il disegno di legge presentato ieri è un primo passo importante. Intanto perché è una novità assoluta, che recepisce una sensibilità sempre più diffusa tra la società civile. Sono tante le associazioni già al lavoro, e ricordo che è partita la campagna per un "Censimento del Cemento" da parte del Forum Nazionale "Salviamo il Paesaggio - Difendiamo i territori": è stata spedita a tutti i Comuni d' Italia una scheda per censire gli edifici costruiti e inutilizzati, ma in pochi hanno già risposto. Che si diano da fare però, perché avere dati certi è una base indispensabile per lavorare a una legge più giusta possibile. Intanto il ministero, attraverso il metodo della concertazione, ieri ha saggiamente invitato le associazioni ambientaliste, degli agricoltori e tutte le altre istituzioni a pronunciarsi sul disegno di legge, suggerendo modifiche e migliorie al testo (che potete s c a r i c a r e d a l s i t o www.slowfood.it). Questo è incoraggiante, a prescindere da alcuni limiti che l' attuale stesura contiene. Nel disegno di legge c' è però una proposta quasi rivoluzionaria: l' ultimo articolo del testo propone di abolire l' uso degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente dei Comuni. Ciò significa spezzare il secondo meccanismo principale che porta alla sciagurata cementificazione del nostro Paese: la continua emergenza economica degli enti locali che quasi non possono più esimersi dal sacrificare le proprie terre fertili per fare cassa. Andranno sicuramente previste delle compensazioni, perché è arduo pensare di togliere una risorsa così importante mentre si fa fatica a garantire i servizi essenziali, ma il meccanismo prima o poi si dovrà rompere: è un po' come se durante un inverno freddissimo, quando non funziona più il riscaldamento di casa, iniziassimo a bruciare tutti i nostri mobili. Alla fine rimarremmo senza mobili e intanto il freddo non sarebbe passato: un lentissimo doppio suicidio. È invece necessario puntare alla vita, che può essere ben rappresentata dall' immagine di un suolo fertile che produce cibo, bellezza, piacere e, ve l' assicuro, potenzialmente così tanta nuova economia da riuscire a sovvertire anche la crisi più nera.

mercoledì 18 luglio 2012

Tersa de lujo – Serata inaugurale

 “Fatti non foste a viver come bruti
Ma per seguir virtute e conoscenza”            
(Dante – Divina Commedia – Inferno XXVI vv 119-120)



Venerdì 13 luglio, sulla piazza antistante la Chiesa,  si è aperta la sagra cavaionese nota come la “Tersa de lujo” abbinata alla mostra intitolata “Presenze artistiche cavaionesi”, che si snoda su via Garibaldi, un tempo l’arteria principale di Cavaion Veronese.
Un tempo, sì perché, come si sa, tutto è in continuo mutamento, divenire, come aveva tenuto a precisare anche il Primo Cittadino del paese nel primo numero dell’ormai scomparso CAVAIONmagazine:

“… Il nostro paese (omissis) si sta velocemente trasformando da pittoresco paesetto a centro di media grandezza con significative e vitali prospettive di sviluppo.(omissis) Penso che il nostro paese, non debba rimanere solamente un bel borgo appollaiato sulla collina, rassicurante solo per alcuni, ma trasformarsi in una favola moderna fatto anche di lavoro, di idee, di possibilità. Uno sviluppo turistico attraverso strutture alberghiere porta gente nuova, sollecitando un fecondo scambio culturale e crea posti di lavoro per i nostri giovani. …”

Autore, o quantomeno firmatario, dell’ Epistola ai Cavaionesi era  Lorenzo Sartori e correva il mese di Maggio dell’anno del Signore 2005.

Una signora che si intratteneva in piazza mi raggiunge in via Garibaldi e mi chiede se avessi sentito cosa stavano cantando. Sono salita con lei e mi sono messa ad ascoltare e dopo un paio di minuti me ne sono ridiscesa, disgustata,  in mezzo alle opere esposte che, se pur non meritevoli del Louvre sono comunque il prodotto di animi gentili. Ad onor di cronaca, non sono l’unica ad essersi indignata, mi pare di aver colto anche nell’espressione del vice sindaco segni di sconcerto.

La “band” si chiama Castion Boys e propone “Lieder” in dialetto. E, fin qui niente di male. Ho sentito ed apprezzato versioni dialettali di canzoni famose e canzonette in vernacolo molto divertenti, con allusioni erotiche ben lontane dalla volgarità.
Ma quello che si cantava venerdì era semplicemente volgare e disgustoso all’ennesima potenza, incurante della presenza fra il pubblico di innocenti orecchie di bambini ed adolescenti che di tutto hanno bisogno meno che di volgarità.

Ad organizzare i festeggiamenti è la Pro Loco. Forse è sfuggito a chi fa parte di questo ambito della Pubblica Amministrazione che Pro Loco, espressione presa dal latino dei nostri antenati, significa “a favore del luogo”.
Ora, mi chiedo che cosa ci sia a favore del luogo nel proporre volgarità a suon di musica. Si vuole con questo forse sollecitare “un fecondo scambio culturale”? Sinceramente mi sfugge il nesso e mi dico: meno male che gli stranieri con capiscono.
Devo invece constatare che  il borgo appollaiato sulla collina, rassicurante solo per alcuni  (a detta del Sindaco)” si è trasformato in rassicurante (per chi?), ammasso di cemento, che il borgo si è imbruttito ed imbrutito trasformandosi non in una “favola moderna” bensì in uno sconcertante incubo, ben rappresentato dallo spettacolino della serata inaugurale della Tersa de lujo 2012.

Immagino che anche la Pro Loco riceva un finanziamento dalle casse comunali, casse alimentate dalle tasse, tributi e gabelle varie pagate dai cittadini, ebbene gradirei sapere quanto sono costati alla comunità i “Castion Boys”.
Qualora la Pro Loco si autofinanziasse, tale fatto non giustificherebbe il cattivo gusto e la volgarità.

Adriana Bozzetto

Luglio MMXXII