mercoledì 3 agosto 2011

VINICIO CAPOSSELA - Marinai, Profeti e Balene Live GARDONE RIVIERA (BS) - Anfiteatro del Vittoriale



In viaggio con Capitan Vinicio Capossela
Diario di Bordo di Sabrina Tramonte

Martedì 26 luglio dell’anno MMXI, dopo una trepidante attesa durata giorni e giorni era finalmente arrivato il momento di salpare e così, con un mezzo poco navale, ma con l’oceano nell’autoradio, io e i miei compagni di viaggio siam partiti dalla sponda veronese del Lago di Garda alla volta della sponda bresciana.
Superato il labirinto delle strade del vino siamo giunti al Vittoriale degli Italiani e attraversato l’arco di quel “io ho quel che ho donato”, non era la nave Puglia del Vate ad attenderci, ma le costole di Vinicio Capossela e del suo equipaggio in una cornice spaventosamente bella.
“Marinai, Profeti e Balene” il programma di viaggio.
Ad un certo momento si è spento il sole e chi l’ha spento sapeva che stava iniziando il concerto: la nave sta…va arrivando!
Era ora di imbarcarsi: “si salpa, si salpa, eccolo …Vinicio”, Vinicio il Capitano e il grande Leviatano in tutta la sua potenza.
Che gioia! Proprio come alla processione dell’Uomo Vivo c’eravamo tutti: la band dei marinai coraggiosi di Capitan Vinicio (con strumenti sorprendenti per la “pesca fuori misura”), Spessotto, Billy Bud, Lord Jim, Job, Goliath, Pryntyl, la Medusa Cha Cha Cha, Calipso, il Minotauro, Aedo, Tiresia (che infatti l’aveva detto), le Sirene “Marinetti”, la Madonna delle Conchiglie, noi della ciurma, persino Dylan era dei nostri.
Tra scie di luci e di catene ebbe inizio il viaggio.
Mentre si navigava a vista sull’oceano oilalà, nel ventre della balena le costole si aprivano e si chiudevano all’unisono lasciando entrare sirene, polpi, giganti, profeti, marinai, in un turbinio di emozioni meravigliose.
Come un’onda gigantesca la musica ci avvolse fuori e dentro l’anima trasportandoci dagli abissi più profondi dell’oceano alle ombre del mito; un oceano di carta e di acqua che ci faceva naufragare e riemergere allo stesso tempo: un vero incanto!
Con la fine della tempesta e del rum anche la bianchezza della balena si fece meno bianca e le parole del grandissimo Capitan Vinicio si impressero nelle nostre menti come un tatuaggio di Queequeg:“se al peggio non c’è limite, vorrà dire che anche al meglio non c’è limite” e così per sempre, attorno ad un pianoforte Seiler, fino ai confini delle Pleiadi.


"Il mare “viniciano”ci si richiuse sopra come all'epoca del grande diluvio ma tutti noi ci siamo salvati per potervelo raccontare."

Avviso ai naviganti:
Una volta immersi nell’oceano di Capitan Vinicio, un incanto di sirene vi avvolgerà, vi ritroverete con 8 braccia, 14 costole, 100 ventose che vi si attaccheranno come un polpo d’amor: sappiate che nessuna altra musica poi potrete più ascoltar!

2 commenti:

Laura ha detto...

Adoro Vinicio...bella recensione..purtroppo non son riuscita a venire al concerto. Ero da sola...invidia per te/voi!

Anonimo ha detto...

Laura, lo potevi chiedere a me e si andava indieme...

ahah! ...Saaab!
wooow! non mi aspettavo proprio di trovarti qui...
e che bellissima recensione!
Praticamente é quasi inutile andare ai concerti, basta ascoltare i tuoi ispirati resoconti!
Se la mandi a Vinicio t'inserisce subito
nelle sue strategie di marketing
(a meno che non legga anche ciò che ho scritto 2 righe sopra! LOL!).
...e adesso la parte + difficile, chi mai sarò?
Piccolo aiuto:
si parlava di una pizza...