domenica 16 gennaio 2011

Lacrime di Giulietta il video che spopola su You Tube



Oggi l'amico facebook Gino F. allegandomi il video sopra ha scritto "So che ti piacerà...". Mi piace molto, Gino, la clip di Negrin sia per l'effetto ottenuto e per il suo messaggio a favore del "verde".

Negrin fa piangere. E' boom su YouTube  di Paolo Ferrari
da la Stampa.it del 14/01/2011

Il suo clip «Lacrime di Giulietta» spopola: lui sogna di scrivere una messa

Torino
Nuovo exploit per l'artigianato video musicale torinese. Prodotto in casa, il clip del brano «Lacrime di Giulietta» del chitarrista, pianista e compositore Matteo Negrin ha superato in pochi giorni le 400.000 visioni.

Risultato eccezionale, che continua a crescere: quota mezzo milione non è certo un’utopia, poi chissà. Il successo è frutto di un passaparola curioso, dal momento che la maggior parte dei contatti è targata Asia e Stati Uniti. Luoghi in cui l'arte del «music painting», la pittura legata all'espressione sonora su cui si basa il video, è seguita con interesse da un pubblico eterogeneo. Ma anche da noi il video dilaga; tra i post, quello di un insegnante di liceo che propone di utilizzare brano e immagini per rasserenare l'animo degli studenti durante gli intervalli, accostandoli al tempo stesso a una maniera differente di concepire la musica.

Abituato a scrivere musica e esibirsi in piccoli locali, il trentaseienne Matteo ha le vertigini: «Non me l'aspettavo, il video è nato come primo esperimento di animazione su pentagramma, dal momento che non mi risultano precedenti applicazioni del genere "music painting". Sulla base del brano e di un mio soggetto, mi sono rivolto ai giovanissimi amici di Lab, ovvero Luca Cattaneo, Alberto Filippini e Alice Ninni. Ne è venuto fuori uno storyboard steso su un foglio unico, lungo 12 metri. Su quello abbiamo girato 15 ore di immagini, che poi sono state selezionate e sincronizzate per dare vita ai tre minuti e mezzo di clip che tutto il mondo sta apprezzando».

Il risultato è stupefacente. Le mani di Alice disegnano a tempo intorno alle note automobili e alberi, gru e nuvole, mentre il suono fluisce fresco, naturale, biodegradabile: «Il pezzo fa parte del mio nuovo album, "Glocal Sound", autoprodotto. Non ho una casa discografica e neppure un manager, faccio tutto da me. La presentazione è avvenuta il 18 dicembre all'Artintown, il circolo nel cuore della San Salvario in cui vivo e dove spesso suono con gli amici musicisti e cantautori».

È la famosa nuova boheme del quartiere, un focolaio che si conferma gravido di piccole grandi idee. E che non disdegna l'impegno civile e ambientale: le illustrazioni di «Lacrime di Giulietta» contengono messaggi soft quanto espliciti in materia di riduzione dell'inquinamento, utilizzi di biciclette e mezzi pubblici, risparmio energetico, difesa del verde. Tutto con grazia, senza mai risultare pedanti né didascalici.

Per chi considera i protagonisti di questa nuova scena un po’ freak, basata nel quartiere meticcio per eccellenza, un pugno di spiantati, ecco un percorso personale contromano: «Incido dal 1999, ho vinto la Biennale del Mediterraneo, ho lavorato per la Utet, il Museo Nazionale del Cinema e la sede Rai di Roma. Nel nuovo cd ho messo idealmente il pianoforte di casa mia al centro di San Salvario, facendolo dialogare con tutto quello che gli si muove intorno. Credo che la natura strumentale del progetto aiuti a livello internazionale, non c'è l'ostacolo del testo». Mentre si gode il bel momento, Negrin culla un'ambizione di rango: «Prima di compiere quarant'anni mi piacerebbe comporre una Messa, credo sia un banco di prova decisivo per chi scrive musica. Va da sé che sarebbe interessante contestualizzarla, affidandone la prima esecuzione a un’orchestra multietnica».

Per adesso sbarca il lunario con le tante repliche del varietà «Il Grande Fresco», che porta in giro per l'Italia con il poeta Guido Catalano e il cantautore Federico Sirianni, e con le lunghe «Notti delle chitarre», ancora all'Artintown della cruciale via Berthollet, sorta di laboratorio permanente.

Matteo, del resto, a San Salvario ci è nato; non casca nella retorica e non si inventa talentaccio disperato: "Abito sopra un cinema porno, il Maffei, però forse è meglio non scriverlo. Aspetto la secondo figlia. Vizi? Correggo il caffè con la sambuca"

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