martedì 13 dicembre 2011

Calendario 2012 CAVAION VERONESE - "Hic manebimus optime ... Gru senza ali 3"


 
Hic manebimus optime (qui resteremo e ci troveremo molto bene)

Quanti anni avrà Cavaion Veronese? Chi lo sa, certo deve essere piuttosto vecchiotto tenuto conto del ritrovamento, nel 1980,  di un insediamento risalente all’Età del bronzo (1800-1500 a.C.) ai bordi del laghetto di Cà Nova, prezioso reperto geologico.
Apprendo poi, dal volume intitolato CAVAION dal San Michele all’Adige a cura di Maurizio Delibori ( edizioni del Centro Turistico Giovanile, 1996) che il nome di Cavajon appare per la prima volta su alcuni documenti datati 1130.
Dimentichiamo gli antenati del laghetto di Cà Nova e partiamo da quel lontano, mai quanto l’Età del bronzo, 1130 e consideriamolo l’anno di nascita di Cavaion. La sua età è quindi di 981 anni. Considerando che negli ultimi 15-20 anni Cavaion ha pressocché raddoppiato il numero dei suoi abitanti, passando da circa 2500 a poco più di 5000, si arriva alla conclusione che ce ne sono voluti 960 per mettere insieme 2500 esseri umani qui residenti e solo una ventina per raddoppiarli . Questo significa  un aumento demografico pari a 119 anime all’anno, al netto di chi, nel frattempo, è passato a miglior vita. Una notevole crescita demografica (v. tabelline), un caso unico in tutta Europa e, forse, nel mondo.
Questa crescita esponenziale degli abitanti non è normale, non rispetta i ritmi dell’uomo sia demografici sia di migrazione da un’area all’altra del Paese, è solo la conseguenza di una insensata e disastrosa gestione del territorio e, di conseguenza, del paesaggio. Un patrimonio da amministrare e tutelare saggiamente, non da consegnare nelle mani di persone irresponsabili, di schiavi del dio denaro.

Leggo nella pagina di presentazione della succitata pubblicazione del CTG:

« L’Amministrazione comunale di Cavaion è da anni impegnata nella tutela del paesaggio e del territorio cavaionese con i suoi nuclei storici, le testimonianze di architettura popolare (il termine corretto sarebbe “spontanea” n.d.A.), ed un ambiente collinare unico dominato da vigneti ed oliveti, ed ha sempre cercato contemporaneamente anche una loro valorizzazione.[1] … (omissis)
La pubblicazione viene dedicata ai cittadini ed alle famiglie di Cavaion, con un invito a riscoprire le proprie radici ed a mantenere saldi legami con la tradizione (ovviamente riferito ai 2500 dei primi 960 anni di Cavaion n.d.A.).
Ma il volume è dedicato anche ai turisti che visitano o soggiornano a Cavaion, perché dalla conoscenza del patrimonio ambientale, … …(omissis) si maturi in loro il rispetto per questo ambiente, in modo da poterlo tramandare integro alle future generazioni. …(omissis) »

Il firmatario è Giancarlo Sabaini, allora sindaco di Cavaion

La conclusione della presentazione è una vera e propria rivelazione, avete capito a chi, Sabaini, delegò la responsabilità del rispetto per l’ambiente del paese da lui amministrato? AI TURISTI !!!
Facciamoli arrivare a frotte, sicuramente lo rispetteranno più di lui e del suo successore giacché, anche lui, non è un turista.
E, VOI, CAVAIONESI DE SOCA, DOVE ERAVATE, DOVE SIETE?

Adriana Bozzetto  -  una extra-comunitaria
Dicembre MMXI


[*]
                       Foto aerea di Matteo Vilotto

 
Fotografie del calendario 2012
(gennaio – novembre Adriana Bozzetto, dicembre Matteo Vilotto)

GENNAIO – APRILE: le due gru sono quelle che si ergono sul Ceriel
MAGGIO: la gru del cantiere per la costruzione della nuova Caserma dei Carabinieri
GIUGNO: le due gru del cantiere sull’innesto di via Cà Nove con via S. Faustino
LUGLIO:gru ripiegata in un terreno sul lato destro di Via Grande, dopo l’Asilo nuovo
AGOSTO: gru del cantiere in località Fontanelle, vicino all’omonimo agriturismo
SETTEMBRE: gru di un nuovo cantiere in via D. Martini (confinante con via Grande)
OTTOBRE: gru di un nuovo cantiere in località Fosse (dopo il Rio Valli procedendo verso le fontanelle)
NOVEMBRE: gru del nuovo cantiere in via Cà Nove – via Berengario (nei primi giorni di dicembre la gru ha spiccato il volo e l'ammirerete in tutta la sua magnificenza)

martedì 6 dicembre 2011

Miriàm - Spettacolo di Natale IncontrArt&...










IncontrArt&... presenta Miriàm, spettacolo di Natale liberamente tratto da "In nome della madre" di Erri De Luca. La natività rivista attraverso gli occhi di Maria, una natività mai così vicina a noi in un viaggio attraverso il tempo ed il cuore. al termine della rappresentazione un momento di convivialità.
L'evento verrà presentato, con inizio ore 18.00, in tre diversi comuni del Garda Baldo:

lunedì 14 novembre 2011

Domenico Finiguerra a Cavaion Veronese





Cassinetta di Lugagnano è un comune  a sud della metropoli milanese, nel 2002 la neo-amministrazione di Cassinetta, attraverso assemblee pubbliche con la cittadinanza, decise di dire NO AL CONSUMO DEL TERRITORIO promuovendo il recupero dell'esistente.
L'esempio di Cassinetta, col tempo, ha sempre più ritrovato riscontro presso l'opinione pubblica nazionale, meritandosi addirittura servizi e lodi positive da trasmissioni televisive come Report, Striscia la Notizia ed altre ancora, perfino il  TG1 del berlusconiano Minzolini (da non crederci!) .
Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta, ha così dimostrato, per chi ha ancora dubbi, che amministrare senza consumare terreno non è solo possibile ma anche logico e normale.
Dopo aver dato il via al movimento nazionale Stop al Consumo del Territorio, il sindaco Finiguerra, è di recente tra i fondatori del Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori”  un  aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia (sul modello del Forum per l’acqua pubblica), che, mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

Domenico Finiguerra il primo dicembre sarà a Cavaion Veronese presso la sala civica Corte Torcolo - Via V.Veneto,1 ore 20,40



      martedì 8 novembre 2011

      Berlusconi si dimetterà! The dwarf will resign!

                              
      Il nano si dimetterà! Il berlusconismo, però, non è finito, occhi bene e sempre aperti da destra a sinistra, da sinistra a destra, passando per il centro.

      martedì 1 novembre 2011

      Prof. Salvatore Settis all’inaugurazione dell’ A.A. di Ca’ Foscari


      Discorso pronunciato dal Prof. Settis all’inaugurazione dell’ A.A. di Ca’ Foscari, occasione nella quale gli è stato conferito il Premio Pacioli.

      E’ un po’ lunghetto ma molto, molto educativo.

      lunedì 10 ottobre 2011

      Succede a Rivoli Veronese

      Palestra di roccia e ciclabili nel segno del turismo

      Una passerella ciclopedonale tra Rivoli e Ceraino e una palestra naturale di roccia, entrambe in località Battello. Sono alcune idee che il sindaco Mirco Campagnari, con la sua amministrazione, sta mettendo sul tavolo, anche in accordo con il Comune di Dolcè.
      L'obiettivo è favorire a Rivoli la crescita dell'indotto turistico legato a percorsi ciclabili, attrazioni paesaggistiche e naturali, prodotti tipici, monumenti storici e testimonianze artistiche.
      «Vogliamo attirare a casa nostra gli appassionati di gite in bicicletta o di arrampicata», spiega Campagnari, «creando occasioni d'incontro, di conoscenza e di scambio per i turisti, che sempre più vanno alla ricerca di un tipo di proposta che il nostro territorio può soddisfare in pieno».
      Il primo cittadino guarda con attenzione e interesse al vicino Trentino: «Attorno a biciclette e pareti di roccia hanno sviluppato un indotto turistico sportivo non da poco», afferma, «Possibile che noi non possiamo trarne esempio e fare la nostra piccola parte?».
      La passerella sull'Adige è qualcosa più di un'idea. Campagnari afferma di averne già parlato con l'amministrazione di Dolcè, sull'altra sponda del fiume, per rincorrere il medesimo obiettivo. «Insieme potremmo accedere a finanziamenti speciali», continua.
      Oltre alle ragioni turistiche, però, c'è pure la voglia di un recupero storico. «Tra Battello e Ceraino, fino a qualche decennio fa il collegamento era costante tramite alcuni barconi e per la gente era normale fare la spola tra una riva e l'altra».
      La parete di roccia, invece, secondo il sindaco è lì che non aspetta altro che essere valorizzata.
      «Già oggi, senza alcuna pubblicità e totalmente sguarnita, gli sportivi vengono a scalarla», afferma. «Si trova in un terreno privato, ma i proprietari sarebbero disposti a cedere l'area al Comune. Dobbiamo anzitutto studiare un modo per metterla in sicurezza, poi promuoverla come attrazione sportiva, insieme magari ad altre ardite pareti».
      Per questo Mirco Campagnari ha anche chiesto aiuto alla minoranza consiliare. «Le modalità vanno studiate per bene», conclude il primo cittadino, «ma sono convinto che Rivoli abbia più di qualche chance da giocarsi: apriamo la mente, guardiamo cosa fanno altro attorno a noi e valutiamo quale percorso possiamo intraprendere». C.M.   
      Articolo de l'Arena di Verona del Mercoledì 05 Ottobre 2011

      venerdì 7 ottobre 2011

      Succede a Malmö (Svezia)

      Malmö, una svedese su 2 ruote

      Articolo di Isa Grassano tratto da la Repubblica.it del 14 settembre 2011

      La bella città situata di fronte a Copenhagen è il paradiso di ciclisti, amanti del verde e bambini. Scopriamola

      «Il primo regalo che si fa ad un nostro bambino? È la bicicletta insieme a un caschetto, mentre il piccolo è ancora in fasce. I nostri figli iniziano a pedalare forse anche prima di camminare». Scherza Annelie, la nostra guida, ma qui a Malmö (la terza città per importanza in Svezia, affacciata sul Mar Baltico e collegata alla capitale danese Copenaghen, in soli 20 minuti, tramite il ponte sullo stretto di Öresund) sembra essere davvero così: gli abitanti si muovono quasi esclusivamente in sella ai loro velocipedi, bambini compresi. La bicicletta, accessoriata con carrellini per il cane o la spesa, li tiene in forma e fa bene all'ambiente.

      Sulle ampie ciclabili (ben 430 chilometri) e i ponti dedicati alla mobilità dolce, tutti si muovono in tranquillità e si possono raggiungere i diversi quartieri della città, dove i palazzi storici si alternano alle architetture ultramoderne. Così anche i turisti non si lasciano sfuggire l'occasione di prendere una bici a noleggio. Del resto, pedalare è il modo migliore per visitare questa città, che si lascia misurare a giri di ruota, nonostante sia una delle aree metropolitane più dinamiche ed estese del Nord Europa.

      Ex centro industriale e di cantieristica navale, Malmö vale di sicuro un week end lungo. Perché è una città con mille sfaccettature. Un cuore medievale racchiuso attorno alla piazzetta di Lilla Torg, cinta dalle caratteristiche case quattrocentesche a graticcio e circondata da caffé, tavole calde e ristoranti con i tavolini all'aperto e boutique (tra questi il Form/Design Center, in un magazzino ottocentesco, sede di esposizioni di artisti contemporanei ma anche un negozio dove trovare il meglio del design scandinavo), uno degli scorci più belli della città. Da non perdere anche il castello rinascimentale Malmöhus (fatto costruire sulle rovine della zecca quattrocentesca), utilizzato, nell'ottocento, come prigione. Al suo interno ospita il Malmö Konstmuseum (Museo d'Arte), uno dei più grandi nella Nazione, con una collezione permanente di storia dell'arte e dello stile dal 1500 a oggi e una grande galleria di opere contemporanee sia svedesi che internazionali.


      L'anima, invece, è moderna e cosmopolita, abitata da oltre 140 nazionalità diverse. Il clou è il porto occidentale (Västra Hamnen), l'area industriale che, un tempo, ospitava i cantieri navali della Kockums. Un quartiere che guarda al mare (alimentato al 100% da energia rinnovabile, prodotta in loco da 1400 mq di pannelli fotovoltaici e dalla stazione eolica di Norra Hamnen) e che ruota attorno al simbolo cittadino Turning Torso, il celebre grattacielo "a spirale" di 190 metri di altezza e 54 piani (con una torsione di 90° gradi dalla base alla cima, il secondo palazzo con abitazioni più alto d'Europa). L'ideazione è dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava che si è ispirato proprio ad un torso umano, un elemento scultoreo che rappresenta l'unico movimento ascensionale nello skyline di una città sempre più proiettata nel futuro.

      Non solo spazi per i grandi. Malmö è anche e soprattutto una città per i bambini. Ad iniziare proprio da questo moderno distretto, dove si trova il nuovo parco per lo skateboard, "Stapelbädd", uno dei più grandi in Europa, con una pista di ben 2000 metri quadri, per scatenarsi in acrobazie o solo per vedere gli altri volteggiare nell'aria.  

      Ci sono, inoltre, ben trenta parchi tematici (i pirati, i cantastorie, il mare, la giungla, il circo), immersi nel verde, tra laghetti, stagni, aiuole di fiori e molti giochi (tutti ad ingresso gratuito), dove i piccoli possono correre e giocare in tutta tranquillità.

      Numerosi i musei dedicati. Il Leksaksland (museo del giocattolo) utilizza effetti speciali, musiche, suoni e luci per presentare i 10.000 balocchi della collezione: puffi, barbie, personaggi Disney, Harry Potter. Qualunque sia il giocattolo preferito dai piccoli, qui si trova. E non manca una capsula spaziale per quanti vogliono avventurarsi al di fuori dei confini del nostro pianeta e la "casa degli orrori" per i più coraggiosi, alla caccia di mostri e fantasmi.

      Nel Museo della Tecnica e della Navigazione, si ammirano veicoli di ogni epoca e i bambini possono entrare, persino, in un sommergibile. Chi ama gli animali, non può mancare una sosta al rettilario: il fantastico regno di ragni, lucertole, piccoli canguri, scimmie e pappagalli variopinti e un contatto a tu per tu con la natura. I più golosi, infine, trovano il loro mondo nella Fabbrica di Cioccolato, per tuffarsi nella bontà del cibo degli dei, tra golose praline, i tartufi e altre ghiottonerie da leccarsi i baffi. 

      mercoledì 31 agosto 2011

      Capitan Brancher e il forziere da 160 milioni di euro

      Condannato, prescritto, Brancher è un rappresetante della politica ( e non è l'unico, purtroppo)  che non brilla di  trasparenza, e se a ciò aggiungiamo gli eventi del presente ( le confessioni del costruttore Di Lernia),il Brancher risulta sempre più un personaggio improponibile per qualsiasi ruolo nel mondo politico e non solo. Ciò non vuol essere una questione di parte, non c'è ne frega niente,  non interessa se Brancher sia del PDL o di altri partiti (PD IDV LEGA UDC ecc) o altre liste movimenti, quel che ci interessa  sono le "fondamenta della politica" , nello specifico,  le persone che ricoprono posizioni di pubblica amministrazione, tutte (opposizione inclusa) , dal comune al parlamento europeo, siano come minimo  oneste, "pulite", non si richiede sto gran sforzo.

      A Brancher 160 milioni di euro di Paolo Biondani

      Articolo de l'Espresso del 25 agosto 2011


      Avete presente l'ex ministro di Berlusconi appena condannato in via definitiva a due anni? Bene: il governo lo ha nominato presidente con pieni poteri di un nuovo ricchissimo ente. Così l'esecutivo italiano ha un nuovo record: è l'unico al mondo che in tempi di sacrifici e di tagli affida una valanga di denaro a un pregiudicato

      Per distribuire preziosi pacchi di soldi pubblici mentre l'Italia rischia la bancarotta, cosa c'è di meglio di un bel comitato politico, presieduto da un onorevole marchiato dalla giustizia come ladrone? Spesso in Italia, come insegnava Ennio Flaiano, la situazione è grave, ma non seria: a riconfermarlo è un atto del governo che affida un tesoretto di 160 milioni di euro a un nuovo ente presieduto e diretto da Aldo Brancher. Sì, proprio lui, il deputato berlusconiano fresco di condanna definitiva per i reati di ricettazione e appropriazione indebita.

      Il neonato ente parastatale si chiama "Odi" ("Organismo di indirizzo") ed è stato istituito il 14 gennaio 2011 con un apposito decreto firmato nientemeno che da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Richiamandosi a un codicillo semi-nascosto nella legge finanziaria 2010 ("articolo 2, comma 107, lettera h"), il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia autorizzano la spartizione di 160 milioni tondi entro la fine di quest'anno. I soldi sono destinati ai soli comuni veneti e lombardi delle fasce di confine con Trento e Bolzano. L'idea era stata lanciata già nel 2008 per frenare la mini-secessione dei centri di montagna, che progettavano di abbandonare le regioni padane per entrare nelle ricche province a statuto speciale. Allora però era previsto uno stanziamento di soli 20 milioni. Adesso il fondo è quadruplicato: 80 milioni all'anno. E la prima spartizione riguarda il biennio 2010-2011, per cui la cifra in gioco raddoppia. Il nuovo ente ha pieni poteri sulla distribuzione dei soldi. Mentre i costi sono a carico delle due province autonome, che non sono amministrate dal centrodestra. Oltre a nominare gli otto componenti dell'Odi (quattro per il governo, quattro per gli enti locali), è lo stesso decreto Berlusconi-Tremonti a regalare a Brancher la poltronissima di "presidente, in rappresentanza del ministero dell'Economia, per i prossimi cinque anni".

      L'atto governativo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 22 marzo, è entrato in vigore d'urgenza la mattina successiva. Appena tre settimane prima, l'onorevole ex dirigente Fininvest si era visto confermare dalla Corte d'appello la condanna a due anni di reclusione, graziati dall'indulto, con l'accusa di aver intascato fondi neri per 827 mila euro. In parte attraverso contratti di comodo intestati a sua moglie Luana; in parte ritirati di persona, in contanti, in luoghi indimenticabili come il parcheggio dell'autogrill di San Giuliano Milanese. Soldi sporchi, perché sottratti alle casse di una banca, la Popolare di Lodi, tra il 2001 e il 2005, quando a guidarla era Gianpiero Fiorani, che dopo l'arresto confessò anche quelle mazzette versate "in cambio dell'appoggio del politico". In luglio la Cassazione ha riconfermato la colpevolezza del deputato, denunciando pure un suo tentativo di far saltare l'udienza finale, inventandosi un domicilio fittizio, nella speranza di salvarsi con la prescrizione, come era riuscito a fare già due volte, ai tempi di Tangentopoli. Tra un processo e l'altro, nel 2001 Brancher è diventato parlamentare, sottosegretario del premier Berlusconi e nel 2010 ministro per 17 giorni, giusto il tempo di avvalersi della legge sul legittimo impedimento, poi dichiarata incostituzionale. Ora è un onorevole pregiudicato. Per reati che dovrebbero sconsigliare di affidargli denaro pubblico: tecnicamente l'appropriazione indebita equivale a un furto aggravato, mentre l'accusa di ricettazione colpisce chi incassa un bottino rubato da altri ladri.

      CORSA ALL'ORO
      Nonostante questi precedenti penali e nuove accuse recentissime (caso Di Lernia), il decreto Berlusconi-Tremonti ha nominato Brancher presidente non solo dell'Odi, cioè dell'organismo che "fissa gli indirizzi" per distribuire i soldi ai Comuni, ma anche della "Commissione di approvazione dei progetti" (in sigla "Cap"), che valuta concretamente quali giunte beneficiare e con quanto denaro. La "Cap" ha solo quattro membri, per metà scelti a rotazione, ma in modo che il centrodestra abbia sempre una maggioranza di tre a uno. Della cabina di regia fanno parte almeno altri due amici di Brancher. L'immedesimazione tra il nuovo ente e l'onorevole condannato è tanto forte che decine di sindaci veneti e lombardi parlano direttamente di "fondo Brancher", come se i 160 milioni da distribuire fossero suoi. E in tempi di crisi sempre più nera e tagli rovinosi per i Comuni, il tesoretto dell'Odi sta scatenando scene da assalto alla diligenza. Il termine per presentare i progetti di "sviluppo dei territori" scadeva il 30 giugno. Con buona pace delle promesse di evitare una pioggia clientelare di micro-finanziamenti, nella sede dell'Odi risultano "pervenute" almeno 179 buste chiuse, ognuna delle quali può contenere più progetti: 68 da Belluno, 60 da Brescia, 33 da Vicenza, altre 18 da Verona e Sondrio. I dati sono ufficiosi, perché l'Odi per ora non pubblicizza neanche i progetti in gara. Le domande, secondo le prime indiscrezioni, sono le più disparate: centraline energetiche, piste ciclabili, sistemazioni dei sentieri, funivie, strutture turistiche, incentivi all'agricoltura, opere idrauliche... Nel timore di perdere il treno targato Brancher, decine di piccoli comuni, anziché spedire le richieste per raccomandata o per e-mail certificata, hanno preferito la consegna a mano: camion e furgoni stipati di documenti che scendono dalle montagne strombazzando il clacson per arrivare in tempo a Verona, in Lungadige Capuleti 11, negli uffici che ospitano l'Odi e i suoi 15 dipendenti in prestito dal ministero dell'Economia.
        
      DA TANGENTOPOLI AL GARDA
      La scelta della sede non è casuale: Verona è la provincia che da più di un decennio ha l'onore di ospitare l'onorevole berlusconiano. Vita avventurosa, la sua. Nato nel 1943 a Trichiana, un paesino bellunese, Brancher si fa prete ed entra nella pubblicità con le edizioni Paoline. A Milano, negli anni '80, passa alla Fininvest, dove diventa il cassiere delle tangenti. Quando scoppia Mani pulite, sembra travolto da due inchieste: a Napoli lo accusano di aver pagato l'allora ministro De Lorenzo (Pli) per dirottare spot anti-Aids sulle tv Fininvest; a Milano lo indagano per un giro di tangenti al Psi di Craxi, mascherate con carissime sponsorizzazioni di statue a forma di totem. Nell'estate '93 passa tre mesi a San Vittore: i giudici lo accusano di coprire i vertici della Fininvest, ma lui ribatte, senza essere creduto, di aver gestito le mazzette da solo. Quindi risarcisce 150 mila euro e conquista la prescrizione per i soldi ai partiti. A Milano viene condannato anche in appello per falso in bilancio, ma poi il governo Berlusconi depenalizza il reato. Con quel curriculum, nel 2001 diventa un parlamentare cruciale: è lui a ricucire l'alleanza con la Lega di Bossi, per vie rimaste segrete. Ma proprio allora ricade nel vizio: indebitatosi con una ditta d'imballaggi, la Plastecopack srl, comincia ad accettare i soldi dal banchiere Fiorani. Ai magistrati che lo condannano, non dice nulla: ancora una volta il suo silenzio protegge altri big con cui divideva le buste di denaro.
      Con i risparmi di una vita di onesto lavoro, intanto, Brancher compra una meravigliosa tenuta tra vigne e olivi sulle colline di Bardolino del Garda. Dove costruisce (con qualche polemica urbanistica) una grande villa panoramica. Qui inizia ad allevare una corte di politici locali, che si segnalano per il convinto appoggio a mostruose speculazioni edilizie che rischiano di rovinare un paesaggio che richiama 20 milioni di presenze turistiche all'anno. Anche per questo, Brancher non è amato a Verona. Nel 2010 il suo delfino, Davide Bendinelli, politico e immobiliarista con una mezza dozzina di società, ottiene una valanga di voti alle regionali, ma solo grazie all'appoggio di personaggi più radicati come l'ex onorevole socialista Angelo Cresco, ricambiato con la nomina al vertice della società di depurazione del Garda. Segni particolari: anche lui ha patteggiato due condanne per la Tangentopoli veronese. Il club degli amici comprende anche pregiudicati ex democristiani. Dietro questa cerchia Brancher si costruisce una fama di ras degli affari politici. E ora la sua villa sul Garda, in queste settimane di decisioni riservate sui 160 milioni del decreto salva-comuni, è meta di un via-vai di sindaci dei centri più poveri o più indebitati. Primi cittadini del laborioso Nordest, costretti a mettersi in fila con il cappello in mano davanti a un pregiudicato.


      IL CONSULENTE PIROTECNICO
      Tra i pochi politici che hanno il coraggio di contestare apertamente Brancher, c'è Sergio Reolon, consigliere regionale del Pd veneto ed ex presidente dal 2004 al 2009 della Provincia di Belluno. "Oltre alla scelta di nominare presidente un condannato, a lasciare sconcertati decine di sindaci, anche di centrodestra, è l'estrema genericità dei criteri di valutazione dei progetti. Il precedente fondo Letta, che era molto più modesto, veniva suddiviso in base a dati statistici certificati dall'Istat, come lo spopolamento o il numero di anziani e di bambini. In pratica serviva ad evitare l'estinzione dei piccoli Comuni. Ora l'Odi può addirittura assegnare una base di punteggio discrezionale. E farsi assistere da consulenti privati". I 160 milioni, in particolare, potranno finire non solo ai comuni "confinanti" con Trento o Bolzano, ma anche a tutti quelli "contigui" (cioè vicini ai confinanti), purché "associati" ai primi. Quanto ai consulenti privati, l'esordio è memorabile.
      Appena insediato, Brancher si presenta a Belluno con "un personaggio accompagnato da due ragazze appariscenti, che prometteva l'assistenza necessaria a vincere i bandi vantando esperienze con i fondi europei", testimonia Reolon. Ai sindaci che gli chiedevano chi l'avesse nominato, l'amico di Brancher si è qualificato come "rappresentante della società Po.la.re.", che sta per Polytechnic Laboratory of Research, ma è una cooperativa privata fondata nel 2008 a San Donà del Piave. Il titolare, Stefano Bonet, si esibisce sul sito mentre sale su una Porsche nera. Nel 2010 è sfortunatamente fallita un'impresa di cui era amministratore unico. Ma la Po.la.re. punta in alto. Tra gli "eventi" che dichiara di aver realizzato, spiccano tutte le manifestazioni organizzate dall'associazione "Lago di Garda tutto l'anno": gare di cavalli e cene di gala con lo sceicco di Dubai, tuffi acrobatici dal castello di Malcesine e, il 13 agosto, "la grande notte dei fuochi d'artificio" in 23 comuni. Con due navi pubbliche che solcano il lago con cantanti famosi, trasmessi in diretta su Radio 101. Ma chi presiede questa "associazione tra Comuni", nata quattro giorni dopo il decreto Berlusconi-Tremonti? Aldo Brancher, naturalmente. La "sede operativa" è ad Affi, di fronte al casello dell'Autobrennero. Sul cartello d'ingresso, però, c'è una targa politica: "Amici casa delle libertà". Per verificare che la sede dell'associazione coincide con l'ufficio dell'onorevole, basta salire le scale, dove rimbomba il vocione di Brancher mentre invita gli amici sui battelli della Navigarda: "Dai, venite anche voi. E' il più grande spettacolo pirotecnico della storia". Nel sito dell'associazione, accanto a sponsor privati, compaiono i simboli di due regioni, una provincia e tre ministeri: Turismo, Agricoltura e Sviluppo economico. Ora resta da capire chi pagherà i costi delle feste turistiche dell'onorevole: lo statuto annuncia il primo rendiconto ufficiale dopo la fine del 2011. Per ora l'unica certezza è che, mentre l'Italia rischia di affondare come il Titanic, a timonare la barca del Nordest ci pensa il pirotecnico Brancher.

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      lunedì 22 agosto 2011

      Buon Compleanno La Nebbia e La Neve



      Grazie a tutti i collaboratori, sostenitori, videomakers, fotografi, webmasters che hanno fatto e fanno sempre più grande questo piccolo blog.

      The Fog and The Snow is three years old!

      mercoledì 17 agosto 2011

      Cavaion, località Torcolo si ribella!

      Volevamo star un po' fermi ad Agosto ed invece....

      Contro l'antenna a Cavaion
      Articolo di Marco Anderle, del 17 Agosto 2011, tratto dal sito di informazione Il Gardesano

      No all'antenna telefonica Wind in località Torcolo a Cavaion e dopo ferragosto arriverà l'incontro con il sindaco. Questa la volontà degli abitanti della zona, preoccupati per l'impatto paesaggistico della torre, alta più di 20 metri, ma anche per il rischio inquinamento da onde elettromagnetiche e per la possibile perdita di valore che deriverebbe agli immobili limitrofi. “L'antenna di circa 24 metri, lì, sarebbe visibile da tutto il paese”, spiega Aldo Miotto, portavoce del gruppo di cittadini che ha firmato una lettera di protesta, consegnata al Comune e protocollata il 2 agosto scorso. “Si tratta di un'area con olivi e vigneti, a ridosso di un residence con più di venti unità abitative e nelle immediate vicinanze di altre abitazioni, quindi una zona con caratteristiche paesaggistiche da tutelare”, rincara Miotto. Il sindaco Lorenzo Sartori ha già raccolto le preoccupazioni della cittadinanza e promesso un incontro nella seconda metà di agosto, per sviscerare la questione.
      Wind avrebbe già stipulato un accordo con la proprietà Merzi, titolare di terreni in località Torcolo e proprietaria di un'azienda agricola con cantina vinicola, ci racconta Miotto. “Il progetto presentato in Comune prevede 3 antenne, ma è prassi consolidata che l'operatore dia ospitalità ad altre società, ci siamo informati”, stigmatizza il portavoce del gruppo No antenna, “ancora, alla base del pilastro viene normalmente posto un container con ventilatori di unità condensanti, molto rumorosi”. Secondo il gruppo di cittadini, le radiazioni emesse dall'impianto, basse, ma continue, causerebbero elettrosmog. “Si tratta di una stazione radio base per telefonia su palo, con tre antenne”, precisa Miotto, “molti studi provano gli effetti in termini di elettrosmog e proprio per questo ogni amministrazione comunale dovrebbe individuare, attraverso un Piano antenne, i punti che generano un impatto contenuto”. Altri studi dimostrerebbero che gli immobili limitrofi a questo tipo di impianti rischiano perdite di valore, con tanto di casi giudiziari vinti. Ma per il gruppo di cittadini, che promette di costituirsi in comitato se il progetto proseguirà, la speranza è di non arrivare in tribunale, ma trovare ben prima la sensibilità del Comune e dell'azienda. “Chiediamo di sospendere l'iter del progetto e valutare il posizionamento in un'altra zona”, dice Miotto. La stessa località è già stata protagonista di una forte opposizione dei cittadini contro il progetto di un edificio per la lavorazione delle carni, non ancora realizzato. IlGardesano seguirà gli sviluppi delle vicende di località Torcolo, in attesa dell'imminente incontro tra Sartori e il quasi-comitato di cittadini.

      mercoledì 3 agosto 2011

      VINICIO CAPOSSELA - Marinai, Profeti e Balene Live GARDONE RIVIERA (BS) - Anfiteatro del Vittoriale



      In viaggio con Capitan Vinicio Capossela
      Diario di Bordo di Sabrina Tramonte

      Martedì 26 luglio dell’anno MMXI, dopo una trepidante attesa durata giorni e giorni era finalmente arrivato il momento di salpare e così, con un mezzo poco navale, ma con l’oceano nell’autoradio, io e i miei compagni di viaggio siam partiti dalla sponda veronese del Lago di Garda alla volta della sponda bresciana.
      Superato il labirinto delle strade del vino siamo giunti al Vittoriale degli Italiani e attraversato l’arco di quel “io ho quel che ho donato”, non era la nave Puglia del Vate ad attenderci, ma le costole di Vinicio Capossela e del suo equipaggio in una cornice spaventosamente bella.
      “Marinai, Profeti e Balene” il programma di viaggio.
      Ad un certo momento si è spento il sole e chi l’ha spento sapeva che stava iniziando il concerto: la nave sta…va arrivando!
      Era ora di imbarcarsi: “si salpa, si salpa, eccolo …Vinicio”, Vinicio il Capitano e il grande Leviatano in tutta la sua potenza.
      Che gioia! Proprio come alla processione dell’Uomo Vivo c’eravamo tutti: la band dei marinai coraggiosi di Capitan Vinicio (con strumenti sorprendenti per la “pesca fuori misura”), Spessotto, Billy Bud, Lord Jim, Job, Goliath, Pryntyl, la Medusa Cha Cha Cha, Calipso, il Minotauro, Aedo, Tiresia (che infatti l’aveva detto), le Sirene “Marinetti”, la Madonna delle Conchiglie, noi della ciurma, persino Dylan era dei nostri.
      Tra scie di luci e di catene ebbe inizio il viaggio.
      Mentre si navigava a vista sull’oceano oilalà, nel ventre della balena le costole si aprivano e si chiudevano all’unisono lasciando entrare sirene, polpi, giganti, profeti, marinai, in un turbinio di emozioni meravigliose.
      Come un’onda gigantesca la musica ci avvolse fuori e dentro l’anima trasportandoci dagli abissi più profondi dell’oceano alle ombre del mito; un oceano di carta e di acqua che ci faceva naufragare e riemergere allo stesso tempo: un vero incanto!
      Con la fine della tempesta e del rum anche la bianchezza della balena si fece meno bianca e le parole del grandissimo Capitan Vinicio si impressero nelle nostre menti come un tatuaggio di Queequeg:“se al peggio non c’è limite, vorrà dire che anche al meglio non c’è limite” e così per sempre, attorno ad un pianoforte Seiler, fino ai confini delle Pleiadi.


      "Il mare “viniciano”ci si richiuse sopra come all'epoca del grande diluvio ma tutti noi ci siamo salvati per potervelo raccontare."

      Avviso ai naviganti:
      Una volta immersi nell’oceano di Capitan Vinicio, un incanto di sirene vi avvolgerà, vi ritroverete con 8 braccia, 14 costole, 100 ventose che vi si attaccheranno come un polpo d’amor: sappiate che nessuna altra musica poi potrete più ascoltar!

      sabato 30 luglio 2011

      Immancabile Brancher

      Aldo Brancher non finisce mai di stupirci.
      Il costruttore Di Lernia,attualmente a domiciliari per illecito finanziamento proprio per aver pagato la barca a Milanese in cambio di appalti, ha accusato altri politici, tra i quali Brancher (già condannato nel processo Antonveneta) , di aver preso tangenti.
      Immancabile Brancher.

      Tangenti, accusati altri 5 politici (tratto da bloglive.it del 29-07-2011)
      Oltre a Tremonti e a Milanese, sono stati accusati altri 5 politici nel sistema di “mazzette”. Nei verbali l’imprenditore Tommaso Di Lernia accusa altri  politici, fra cui Aldo Brancher, ex ministro del Federalismo costretto a dimettersi dopo essere stato condannato per ricettazione nell’affare Antonveneta. Il costruttore Di Lernia, ai domiciliari per illecito finanziamento dopo aver pagato la barca a Milanese, ha accusato oltre a Brancher altri due membri del centro-destra, un membro dell’Udc e Altero Matteoli, ministro dei Trasporti, definendolo «il politico di riferimento delle imprese che operano su Venezia».
      I nomi degli altri politici accusati restano, per ora, segreti. Le dichiarazioni sono state giudicate attendibili dai magistrati, che stanno effettuando ulteriori riscontri ed accertamenti.
      Arriva inoltre una conferma sul pagamento dell’affitto della casa di Roma in cui è coinvolto Tremonti: Angelo Proietti, titolare della “Edil Ars”: «È vero – ha detto Proietti – per due anni all’affitto di quell’appartamento ho provveduto io». Di Lernia ha raccontato ai giudici: «Lorenzo Cola (consulente di Finmeccanica che lo aveva coinvolto nel giro degli appalti) mi disse che Proietti era il soggetto che Milanese gli aveva descritto come “il tipo che mi dà 10.000 euro al mese per pagare l’affitto a Tremonti”». Secondo Proietti, Cola avrebbe ricattato Tremonti:«Gli disse che se non confermava Guarguaglini alla presidenza di Finmeccanica, avrebbe svelato le sue porcate e quelle dei suoi consiglieri».
      Quello descritto da Di Lernia è un vero e proprio “sistema”: «Ogni impresa ha un politico di riferimento che paga attraverso i vertici di Enav e Selex, oppure direttamente. Io ho pagato direttamente Brancher e il parlamentare dell’Udc attraverso una triangolazione estera: ho portato i soldi a Cipro, poi li ho trasferiti a San Marino e infine li ho prelevati in contanti e distribuiti a Roma. Brancher li voleva fatturati alla sua fondazione “L’Officine della Libertà”, gli altri versamenti erano invece “in nero”. In totale ho versato circa un milione in due anni. So che anche Cola ha pagato due politici, in totale in dieci anni sono stati versati circa tre milioni e mezzo di euro di tangenti per l’assegnazione degli appalti di Enav e di Selex. C’è un politico di riferimento a Milano, uno a Palermo per le “commesse” che riguardano gli aeroporti di Linate e quello “Falcone e Borsellino”. So che a Venezia, per i lavori dell’aeroporto il politico di riferimento era Matteoli».

      lunedì 11 luglio 2011

      Il suolo minacciato WALL

      Anche La Nebbia e La Neve diffonde, attraverso il blog, il film di Nicola Dall'Olio "Il suolo minacciato".
      Negli ultimi anni nella pianura padana si sono perduti migliaia di ettari di suolo agricolo ad opera di una dilagante espansione urbana ed infrastrutturale. Nella sola Food Valley parmense, luogo di produzioni agroalimentari di eccellenza, lo sprwal urbano, con i suoi capannoni, le sue gru, le sue strade, il suo cemento consuma un ettaro di suolo agricolo al giorno. Partendo da questo caso emblematico e paradossale, il film Il suolo minacciato mostra senza veli quanto sta accadendo al territorio e al paesaggio evidenziando l'importanza di preservare una risorsa finita e non rinnovabile come il suolo agricolo. Per quanto ambientato nella pianura parmense, il film, attraverso il montaggio di interviste ad esperti ed agricoltori locali, affronta il problema nazionale del consumo di suolo e della dispersione urbana, analizzandone costi e cause per poi proporre modelli alternativi di sviluppo urbano sulla scorta delle esperienze di altri paesi europei, come la Germania e la Francia, o di piccoli Comuni italiani, come Cassinetta di Lugagnano (MI).


      domenica 3 luglio 2011

      Miozzi,sindaco di Isola della Scala, allontana le telecamere dal consiglio comunale



      Durante l'ultimo consiglio comunale di Isola della Scala, il sindaco Miozzi (nonchè presidente della Provincia di Verona), fa allontanare, in modo antipatico e senza esprimere alcuna motivazione, dei cittadini che volevano riprendere la seduta.

      Riprese dei consigli comunali, dovere nostro? No Loro!


      P.S. Magari divago dal tema del post, ma visto che si nomina Isola Della Scala, colgo l'occasione di tornare indietro un po' nel tempo,esattamente settembre 2009, ricordando al lettore che due isolani Grassi R. e Bustaffa G. si resero protagonisti tra le prime, se non la prima internet action veronese (riportata anche nelle pagine de La Nebbia e La Neve), organizzando tramite facebook  una manifestazione di "benvenuto" a Marcello dell'Utri, il quale in occasione della celebre Fiera del Riso, venne invitato a leggere i “Diari di Mussolini” . La loro azione trovò un riscontro tale che Dell'Utri non si presentò a Isola.

      domenica 26 giugno 2011

      Alitalia, anche gli americani se la ridono

      Nel 2008 consigliai a Berlusconi di dare in gestione l'Alitalia a Wanna Marchi. Non mi ascoltò, cedendo, la parte "buona" (aerei, slot ecc.) della compagnia tricolore, alla società CAI di Colaninno & C., mentre quella passiva (i debiti)  venne confluita nelle casse dello stato, le nostre casse.
      Alla fine l'Alitalia se la papperà a sconto (visto che i debiti li paghiamo noi)  Air France. Bravo Papi bell'affare! Prima di tutto gli italiani.  

      Wikileaks. Alitalia, ecco la truffa di B.
      di Stefania Maurizi 
      Articolo dell'Esperesso del 17 giugno 2011

      Nel dossier riservato Usa che pubblichiamo in esclusiva, l'analisi lapidaria dell'amabsciata americana sulla cordata Cai. "È una pagina triste, Berlusconi ha aiutato i suoi amici e fatto pagare i debiti ai contribuenti italiani"

      (17 giugno 2011) La cordata Alitalia? "Amiconi del Cavaliere, che si sono presi il meglio della compagnia lasciando ai contribuenti il peso dei debiti". Ora che si ricomincia a parlare di un futuro francese per la compagnia di bandiera, fa effetto leggere il giudizio di Washington sul ruolo di Silvio Berlusconi nella vicenda.

      L'analisi, contenuta in un dossier riservato ottenuto da WikiLeaks che "l'Espresso" pubblica in esclusiva, si intitola: "Alitalia vola ancora sotto bandiera italiana, ma a un prezzo alto per l'Italia". A scrivere è Ronald Spogli, l'ambasciatore americano inviato a Roma da George W. Bush, che ha raccontato come tra Berlusconi e Bush ci fosse "un'intesa particolare". Nella stagione di Spogli tra Palazzo Chigi e Casa Bianca c'è stato un filo diretto, che ha fatto nascere operazioni internazionali, missioni militari e grandi affari. Eppure è difficile immaginare un giudizio più tagliente sull'operato del premier. "Durante la campagna elettorale della primavera 2008 l'allora candidato Berlusconi è intervenuto sulla vendita di Alitalia, dichiarando che sarebbe dovuta rimanere "italiana"".

      Spogli ricostruisce come durante il governo Prodi l'appello del Cavaliere e le proteste dei sindacati abbiano fatto tramontare l'offerta di Air France-Klm per rilevare la compagnia. "Avendo mandato in fumo l'affare, Berlusconi si è ovviamente ritrovato sotto la pressione politica di dover salvare in qualche modo Alitalia". Allora, per "fornire la sua soluzione italiana Berlusconi ha usato le proprie capacità politiche e personali al fine di convincere un gruppo di ricchi uomini d'affari italiani a dedicarsi al "salvataggio" della compagnia e a preservarne l'italianità".

      E' così che sedici investitori formano la Cai, Compagnia aerea italiana. E il risanamento dell'impresa è presto spiegato: "(I sedici, ndr.) saranno aiutati da una legge italiana sulla bancarotta fatta su misura, che permetterà di dividere in due la compagnia: gli obblighi e i debiti di un miliardo di euro rimarranno alla "bad company", che sarà di responsabilità del governo italiano, e Cai si terrà la parte redditizia". L'ambasciatore descrive i sedici uomini d'affari, da Roberto Colaninno a Gilberto Benetton, in un paragrafo dal titolo: "Gli investitori Cai: capitalisti o amici degli amici?".

      Poi il commento finale dell'emissario di Bush, lapidario: "La saga Alitalia è un triste memento di come funzionano le cose in Italia e della debole aderenza di Berlusconi ad alcuni principi base del capitalismo del libero mercato. Berlusconi aveva la possibilità di lasciare che questa vicenda fosse gestita come una faccenda di affari e invece ha scelto di politicizzarla (...) un gruppo di amici stretti di Berlusconi sono stati allettati a prendere la porzione sana di Alitalia, lasciando i debiti ai contribuenti italiani. Le regole della bancarotta sono state cambiate nel corso dell'operazione per soddisfare i bisogni del governo (...) il modo in cui questo affare è stato gestito - amicizie, interferenza politica, preferenza per acquirenti italiani e leggi fatte su misura - ha offerto al mondo un chiaro promemoria dei limiti dell'Italia in materia di investimenti".

      Tanto più che "resta da vedere se i viaggiatori italiani ne beneficeranno". E che Alitalia ha comunque bisogno di un alleato internazionale, per non restare chiusa nella provincialità. Su questo punto, nel file dell'ottobre 2010 Spogli sottolinea il sostegno della Lega per Lufthansa che promette di mantenere l'hub milanese di Malpensa. Ma meno di tre anni dopo, anche i tedeschi hanno fatto le valigie abbandonando lo scalo lombardo. E tutto torna sulla rotta di Parigi: anni e miliardi buttati via.

      lunedì 20 giugno 2011

      Risposta al Signor Roberto Bertamè di Affi

      Osservazioni al commento del Sig. Bertamè riferito al post "Il Sole a Cavaion", nel quale, viene pubblicato un articolo tratto dal periodico La Voce del Paese n. 2 del mese di Aprile 2011, dal titolo "Il Sole" di Adriana Bozzetto.
      No, signor Bertamè, non sono a conoscenza delle pale eoliche ad Affi (sul Moscal?), conoscevo il progetto del Comune di Rivoli.
      Sono d’accordo con Lei che si dovrebbe tener conto dell’impatto ambientale, in questo caso paesaggistico. Purtroppo la tutela del paesaggio nel nostro Paese, intendo l’Italia, non interessa a nessuno, anzi sembra si sia fatto di tutto per favorirne il saccheggio (Le consiglio la lettura di “Paesaggio Costituzione cemento” di Salvatore Settis[1] per i tipi di Einaudi[2]).
      Non riesco ad immaginare un altro Paese con tanti epigoni di Attila che, come insegnavano a scuola una volta, dove passava lui non cresceva più neanche un filo d’erba.
      Se proprio siamo sensibili alla conservazione del paesaggio non dovremmo scandalizzarci solo per pale eoliche poste, immagino, dove i venti soffiano abbondanti: i falsi abeti che crescono ovunque, in realtà ripetitori per consentire alla società globalizzata di mettersi in contatto con gli altri abitanti del global village in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo. Lei, usa il telefonino? Sa come funziona? Lei, usa il computer: sa come funziona?
      Per non parlare poi della distruzione di territorio agricolo per costruire abitazioni non si sa per chi, vista la “crescita” demografica italiana. Credo che dovranno passare un paio di generazioni prima che lavoratori stranieri, immigrati da terre lontane, possano permettersi l’acquisto di un appartamento o di una casetta a schiera. Per non parlare di “prestigiose ville con piscina” costruite in luoghi con vista mozzafiato, “ville” che assomigliano a bungalow, di nessun pregio architettonico. Sarebbe poi interessante sapere a che classe appartengono in riferimento all’impatto ambientale, classe A o classe Z?
      Ha mai visto Lei un cantiere con un cartello sul quale si possa leggere che il signor tal dei tali si sta costruendo una casetta per sé? Io, no, tutte società varie immobiliari, Perché?
      E non è solo distruzione di terreno agricolo: sono buchi nella terra, crateri immensi per ricavare sabbia, ghiaia, per ricavare creta, fianchi di colline lacerati per ricavare pietre, ecc. ecc.
      Di fronte a tutto questo, la mia simpatia va senz’altro alle pale eoliche, naturalmente collocate in luoghi, tenuto conto sia del corso dei venti sia della salvaguardia del paesaggio.
      Ritornando ai nostri rispettivi paesotti, voi almeno avete bei marciapiedi, strade curate, ed altro forse. Noi non abbiamo nemmeno quello: marciapiedi fatiscenti, strade altrettanto, deflusso delle acque piovane pressoché inesistente, per cui molte strade, quando piove, si trasformano in veri e propri progni, illuminazione stradale composita, ed altro. Per non parlare di un debito pubblico classificatosi al secondo posto, a livello regionale. Solo medaglia d’argento, purtroppo.
      Magari, in futuro, si potrebbe proporre una ottimizzazione delle sinergie amministrative, da attuarsi fondendo piccoli comuni limitrofi: si ridurrebbero sicuramente i costi del personale. E poi un controllo annuale, da parte della Corte dei Conti, delle spesuccie sostenute dalle Amministrazioni Comunali//Regionali. Le valutazioni sarebbero da farsi sulla base di seri parametri di spesa pro abitante che, se superati, dovrebbero avere come conseguenza la rimozione in toto dell’Amministrazione con debita ed adeguata punizione pecuniaria.
      Le Provincie non le ho dimenticate, solo andrebbero eliminate.

      La saluto cordialmente

      Adriana Bozzetto


      [1] Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, ha diretto il Getty Research Institute di Los Angeles e la Normale di Pisa. Ora, a Madrid, ha la Cátedra del Prado.
      [2] Sul retro di copertina si legge: “Il paesaggio è il grande malato d’Italia. Quello che fu il Bel Paese fa scempio di se stesso, è sommerso dal cemento. Che cosa sta succedendo agli italiani, che cosa ci acceca? E’ ancora possibile indignarsi, recuperare memoria storica, riguadagnare spazio all’insegna della Costituzione?”

      domenica 5 giugno 2011

      Referendum 12-13 giugno 4 SI per dire NO















      REFERENDUM ABROGATIVO DEL 12- 13 GIUGNO. VOTA SI’ PER DIRE NO


      NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA: il governo vuole fare dell’acqua una merce, sottomettendo questa risorsa comune e universale alle leggi del mercato.
      Con due SI possiamo: 1) Abrogare l’articolo 23 bis della legge 133/2008 e successive modifiche per impedire la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici italiani; 2) Abrogare parti dell’articolo 154 del codice dell’ambiente per impedire di fare profitti sull’acqua.
       
      NO ALL’ENERGIA NUCLEARE
      : il governo intende riproporre il ricorso all’energia atomica, che gli italiani hanno già bocciato nel 1987. Con il nostro SI possiamo bocciare il ricorso al nucleare e orientare il nostro paese verso fonti di energia rinnovabili e meno pericolose per la salute dell’uomo e del pianeta.
       
      NO AL LEGITTIMO IMPEDIMENTO
      : governanti e governati non devono essere uguali davanti alla legge? Diciamolo forte e chiaro votando SI per l’ abrogazione della legge 7 aprile 2010, n. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire inudienza penale”.

      AFFINCHE’ IL REFERENDUM SIA VALIDO OCCORE CHE VADA A VOTARE IL 50%+1 DEGLI AVENTI DIRITTO, PURTROPPO NEI MEDIA TRADIZIONALI SI PARLA POCO DELL'EVENTO,  PASSATE PAROLA!


      domenica 29 maggio 2011

      "Sorella ACQUA" a Cavaion Veronese

      " Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua la quale è molto utile, umile preziosa e casta "  

      SORELLA ACQUA
      Mercoledì 08 giugno 2011 ore 20.45 
      presso il centro giovanile di Cavaion Veronese-Piazza della Chiesaverrà dedicata una serata all'acqua, bene prezioso, elemento di Vita, dalla Bibbia al prossimo referendum, passando per San Francesco. Intervengono: Don Maurizio Guarise parroco di Cavaion, Eugenia Sturiale avvocato, intermezzi musicali del duo acustico IN 2 THE WILDS

      domenica 22 maggio 2011

      Il multiculturalismo...

      POROCAN di Eugenio Benetazzo


      Il Sig. Francesco è un pensionato di Vicenza che ha visto crollare del 30% il valore dell’appartamento residenziale che aveva acquistato con la liquidazione mettendolo tosto in affitto al fine di integrare la sua modesta pensione. Investire la liquidazione in obbligazioni o in titoli di stato ? Dopo Argentina e Parmalat, meglio un decoroso appartamento residenziale in Viale S. Lazzaro in prossimità del centro storico della città del Palladio, almeno affitto e controvalore dell’investimento sono sicuri e garantiti. I suoi sogni di serenità finanziaria sono ben presto svaniti dopo la trasformazione che ha subito il quartiere in pochi anni diventando un ghetto multietnico di nigeriani, marocchini, rumeni e cinesi, senza dimenticare una serie di servizi accessori (prima inesistenti) che arricchiscono notevolmente l’appeal del quartiere: prostituzione e spaccio di droga lungo ed in largo le strade e gli appartamenti.
      Risultato ? Gli italiani hanno iniziato a svendere uno con l’altro le abitazioni con una gara al ribasso degna di un crollo di borsa. Adesso il Sig. Francesco si trova con un immobile deprezzato e non ci pensa proprio ad affittare ad extracomunitari (viste oltretutte le problematiche di riscossione in caso di inquilini morosi nel pagamento dei canoni). Destino beffardo ! Proprio lui che per decenni ha votato prima la sinistra e dopo il centro sinistra, appoggiando con etica cristiana i processi di integrazione a favore di etnie extracomunitarie. Porocan (in dialetto veneto significa poveretto) ! Pensare che ora è il primo nella fila a denigrare quelle scellerate e libertine politiche immigratorie senza alcun vincolo meritocratico.

      In questi giorni i media nazionali continuano a concentrasi sugli sbarchi dei clandestini (e non migranti, non capisco perché in pochi giorni è stata cambiata anche la loro definizione) e su cosa deve o dovrebbe fare l’Unione Europea per aiutarci a risolvere questa situazione di emergenza. Nessuno tuttavia si è mai soffermato a raccontarci i fenomenali benefici economici che abbiamo ottenuto dall’immigrazione extracomunitaria. Sicuramente qualcuno che legge mi darà ora del razzista o del leghista, non me ne preoccupo il suo lamento rappresenta una voce statisticamente poco rilevante, infatti dagli ultimi sondaggi ormai oltre l’80% degli italiani è unanime nel pensiero: basta con gli extracomunitari !

      Ce ne accorgiamo tutti a distanza di tempo: ci avevano promesso che sarebbero entrati tecnici specializzati, architetti, docenti, ricercatori e professionisti qualificati, invece ci troviamo con manovali generici, camerieri che parlano a mala pena l’italiano, badanti, prostitute e spacciatori. Persino il primo ministro inglese, David Cameron (forse il migliore primo ministro del pianeta al momento) ha sentenziato di recente la fine ed il fallimento del multiculturalismo. Questo non è razzismo, ma semplicemente buon senso, quello che avremmo dovuto avere tempo addietro clonando le politiche di immigrazione più severe al mondo come quella svizzera ed australiana.

      Gli extracomunitari sono responsabili di rimesse verso l’estero dal nostro paese per miliardi e miliardi di euro (stima ufficiale tra i sei e sette miliardi ogni anno), hanno provocato ed indotto un abbassamento dei livelli medi salariali delle maestranze operaie italiane, hanno prodotto fenomeni di microcriminalità ove prima non vi era, hanno causato la decadenza e rallentamento dei programmi scolastici nelle scuole dell’obbligo (a causa della presenza di bambini e ragazzi che non sanno parlare e scrivere perfettamente la lingua italiana), hanno portato alla ghettizzazione dei quartieri residenziali: ovunque nel mondo ci si rende conto di questo, persino nei paesi scandinavi (con la Svezia in pole position) in cui la popolazione si è sempre dimostrata molto disponibile al diverso.

      Tuttavia fin tanto che avremo ancora una minoranza della popolazione costituita da finti perbenisti (o dai loro figli che girano in Porsche, con vestiti firmati tipo Prada e Jeckerson) che rinnegano scioccamente quanto sopra, i prossimi “porocan” saranno tutti gli altri italiani, i quali a distanza di una dozzina d'anni si chiederanno di come sia stato possibile lasciar degradare il paese verso il basso senza opporre alcuna sensata resistenza. A quel punto aspettatevi anche un peggioramento del quadro macroeconomico per l’intero paese, ricordo ancora per chi non lo sapesse che la causa del collasso dei mutui subprime in USA è stata una scellerata politica di immigrazione affiancata da una fuorviante politica di assistenza finanziaria con sussidi di stato alle classe sociali più deboli (fatalità proprio quelle immigrate). Chi è causa del suo male, pianga se stesso.


      Post del  12-04-2011 tratto dal blog di Eugenio Benetazzo

      domenica 8 maggio 2011

      Il sole a Cavaion

      IL SOLE di Adriana Bozzetto
      Articolo del periodico  "La Voce del Paese"  edizione Aprile 2011

      Il sole in lingua tedesca è di genere femminile: die Sonne, perché in Paesi nei quali la sua presenza non è così frequente come da noi, viene considerato generatore di vita, quindi madre. Sarà per questo che, oltralpe, il suo calore viene apprezzato, quindi catturato e trasformato in energia: sui tetti delle case, si vedono più pannelli fotovoltaici in Baviera che dalle nostre parti.
      Però, c’è sempre un però, l’eccezione che conferma la regola: basta andare ad Affi. La rotatoria che immette al casello autostradale dell’autostrada del Brennero si è trasformata in un bacino fotovoltaico.
      I parcheggi antistanti l’area commerciale saranno tutti coperti, ma non per offrire alle vetture ombra ristoratrice nelle ore più calde di torride giornate estive, o per riparare dalla pioggia gli automobilisti mentre scendono o salgono dai loro mezzi di locomozione: no, bensì per alloggiare pannelli fotovoltaici. Un esempio tangibile del famoso detto, prendere due piccioni con una fava: da una parte produrre energia elettrica pulita contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente e dall’altra offrire un parcheggio confortevole.
      Non ci si può che complimentare con l’Amministrazione del Comune nostro vicino. Non solo agli abitanti di Affi ma a chiunque è evidente la costanza nell’impegno per la cura e l’abbellimento del paese. Si ha l’impressione che gli Amministratori vivano il paese e ne facciano motivo di vanto gestirlo con la responsabilità e la lungimiranza del buon pater familias.
      E, da noi, come va?
      Anche la nostra Amministrazione dimostra grande sensibilità nei confronti dell’energia fotovoltaica. L’istallazione di pannelli sul tetto di quello che eufemisticamente viene chiamato Palazzetto dello Sport ha preceduto di gran lunga quelle attuali di Affi.
      Peccato che ne sia stata rubata più o meno la metà. Il furto risale a più di anno fa e la testimonianza dello stesso è ancora presente, come può constatare chiunque abbia la voglia di osservare.
      C’è da sospettare che l’impianto, così ridotto, non funzioni più. C’è inoltre da chiedersi quanto tempo si dovrà ancora attendere perché vengano sostituiti i pannelli rubati. Forse mai: si può supporre che non siano stati coperti da assicurazione e che, dovendoli pagare ed essendo le casse comunali vuote, l’Amministrazione possa farsi promotrice della recita di novene al fine di far pentire i ladri che, così, li potrebbero restituire al legittimo proprietario. Naturalmente quello del fotovoltaico non è l’unico fattore che fa apprezzare l’efficienza della nostra Amministrazione e che ci fa percepire quanto la stessa viva ed ami il paese: basta osservare l’illuminazione pubblica, le strade, i marciapiedi, le caditoie per il deflusso dell’acqua piovana...
      Verso mezzogiorno, tornando da Affi con tutti questi pensieri che mi frullavano per la testa, che ti vedo? La macchina del Primo Cittadino parcheggiata davanti ad una agenzia immobiliare: che sia andato a mettere in vendita l’appezzamento di terreno agricolo acquistato (da lui con i nostri soldi) a fine del precedente mandato e che a sua detta è stato un grande affare?
      Concittadini non scoraggiamoci: con la vendita dei lotti ex Rizzardi (pagati solo 4,0 Milioni di Euro, una occasione da non perdere) ci faremo un sacco di soldi: ridurremo sensibilmente il nostro debito pubblico (il secondo del Triveneto, fonte Il Sole 24 Ore del 01 Dicembre 2010), i pannelli fotovoltaici non si conteranno più, i marciapiedi e le strade verranno rinnovati, la piazza della Chiesa finalmente sistemata, l’illuminazione pubblica sarà completata e magari i cavi dell’energia elettrica interrati, mi riferisco a quelli del centro storico.

      Buona Pasqua a tutti
      Adriana Bozzetto

      sabato 26 febbraio 2011

      Charlie Brooker fa a pezzi Berlusconi




      Charlie Brooker, conduttore del programma  inglese 10 O'Clock Live, fa le sue considerazioni (con l'utilizzo di una sana ironia)  in merito al Ruby Gate.

      Video del YouTuber vazcomics
      Traduzione a cura di ComedySubs 

      Té Donna 2011

      E’ un piacere essere di nuovo qui con Tè Donna edizione 2011, la sesta!
      Amore e pregiudizio: due parole importanti, dense di significati contrapposti, con tante sfaccettature e molti modi di esprimersi e concretizzarsi per persone, tempi e luoghi diversi.
      Nei film che vi proponiamo “amore e pregiudizio” si contendono la scena e la vita delle donne che ne sono protagoniste. Storie di donne diverse, ma accomunate da amori e passioni, che ci introducono tra le pieghe più inusuali e nascoste del pregiudizio, mascherato da etica, morale, ideologia e convinzione religiosa.
      Il pregiudizio è spesso ignoranza, presunzione, prepotenza e può portare al sopruso, alla violenza e all’emarginazione. Difficile contrapporsi. Le donne dei nostri film ci hanno provato, con tutto l’amore, la passione, la determinazione e la dolcezza che potevano. Avremmo voluto che fosse sempre l’amore a vincere, ma come accade nella realtà non sempre è possibile.
      Come nelle precedenti edizioni, i film che abbiamo scelto sono una proposta di riflessione, un nostro sguardo sul mondo, che nelle serate di TèDonna ci piace condividere con Voi.
      Nella serata finale incontreremo delle donne straniere che vivono e lavorano nel nostro Paese, con dignità per la loro persona, orgoglio per le loro origini e amore per quello che offrono, non senza dover lottare ogni giorno contro ogni sorta di pregiudizio.

      lunedì 14 febbraio 2011

      A Berlino la casa del futuro

      Fasanenstrasse 87, Berlino qui nascerà la casa del futuro
      di ANDREA TARQUINI

      E' un appartamento che produce il doppio di energia rispetto a quella che consuma. Un sogno? Il governo federale ha deciso di investire in questo progetto da 2,5 a 3 milioni di euro.

      BERLINO  -  Casa, dolce casa. Il sogno dell'abitazione ideale è antico quanto l'umanità. Ma avere e pagare una casa, in proprietà o in fitto, costa, anche per il consumo dell'energia che in tutto il mondo scarseggia sempre di più. I tedeschi hanno trovato l'idea rivoluzionaria, e la sperimentano da quest'anno al numero 87 di Fasanenstrasse, nel centro bon ton di Berlino ovest. E' una casa che produce il doppio di energia rispetto a quella che consuma, compreso conto l'energia per l'auto elettrica che nel posto macchina attacchi alla spina e carichi per poi usarla. La carichi, appunto, con l'energia prodotta dalla casa.
        
      I tedeschi una ne fanno e cento ne pensano, si dice da decenni e decenni nel mondo: da quando sotto il Kaiser e la Repubblica di Weimar la Germania contese agli Stati Uniti il ruolo di capitale mondiale dei brevetti tecnologici, e poi dopo la disfatta di Hitler dal 1949 con la Repubblica federale, la democrazia nata a Bonn inonda il mondo intero del suo export di qualità di auto, aerei, treni ad alta velocità, farmaceutica ed elettronica. L'ultima trovata geniale made in Germany però potrebbe cambiare in un futuro non lontanissimo il nostro vivere quotidiano.

      Energie-Plus Haus, cioè tradotto in sostanza la casa che produce più energia di quanta non ne consumi, si chiama il progetto in cui il governo federale investirà da 2,5 a 3 milioni di euro. Il progetto è il vanto del ministro dei Trasporti Peter Ramsauer, cristiano-conservatore bavarese. La casa, una costruzione che offre all'interno 130 metri quadri calpestabili, è pensata e strutturata secondo i bisogni di una famiglia media: lei, lui e due figli. La conservazione del calore e la produzione di energia sono realizzati in modo ottimale: tutte le pareti esterne sono coperte da pannelli fotovoltaici. Non è finita: una pompa per l'assorbimento del calore della terra fornisce riscaldamento ed energia, e tutti i materiali impiegati nella costruzione dell'edificio sono completamente riciclabili. E chi ti affitta o ti vende la casa ti consiglia anche quali elettrodomestici usare, per ottimizzare il consumo di energia.
        
      Risultato: calcolando i consumi medi di energia di una famiglia-tipo, la casa può appunto produrre il doppio dell'energia che consuma. Per cui avanza energia più che a sufficienza per attaccare la spina dell'auto elettrica e farle il pieno ogni giorno od ogni notte a casa. Lo studio ingegneristico Werner Sobek, che ha vinto il concorso federale per il progetto di casa del futuro, è già in contatto con i grandi costruttori d'auto tedeschi per ottimizzare il pieno fatto in casa della electric car del futuro: il gigante Volkswagen, Bmw numero uno mondiale del premium, il rivale Mercedes ma anche Opel si stanno muovendo.

      Adesso non resta che cercare la 'test-Familie', la famiglia sperimentale modello che volontariamente proverà a vivere per qualche tempo nella casa-prototipo di Fasanenstrasse. Riceverà un'auto elettrica gratis per l'uso quotidiano. E potrà, se vuole, avere in uso anche biciclette o motorini elettrici, per usare l'energia della casa perfetta. Resta da calcolare, e certo sarà decisivo per l'avvenire e la macroeconomia, quanto potrà costare comprare o prendere in fitto una casa del genere. Ma guai a farsi troppi pensieri quando si guarda al domani. Benvenuti a Fasanenstrasse numero 87, Berlino, Repubblica federale: il futuro è già cominciato.

      Da la Repubblica.it del  07 febbraio 2011