giovedì 24 settembre 2009

Marcello Dell'Utri non verrà alla Fiera del riso di Isola Della Scala


Finalmente! Una volta ogni tanto si ha qualche soddisfazione!
Grazie Maciello!

Riporto qui sotto pari pari le parole del gruppo Facebook " NO a Marcello Dell'Utri a Isola della Scala" che ora si denomina "ANNULLATO l' incontro con Marcello Dell'Utri a Isola della Scala"

ABBIAMO VINTO!!!

L'INCONTRO SUI DIARI INEDITI DI MUSSOLINI CON IL SENATORE MARCELLO DELL'UTRI PROGRAMMATO PER IL 29/09/2009 NON SI TERRA'
GRAZIE E BUONA FIERA DEL RISO A TUTTI!!!!!

Dal sito Fiera del Riso:
L'incontro sui Diari inediti di Mussolini con il Senatore Marcello dell'Utri programmato per il 29 settembre alla Fiera del Riso di Isola Scala non si terrà. Le motivazioni le ha date Massimo Gazzani, presidente dell'Ente Fiera di Isola della Scala che organizza la Fiera del Riso.

"E' stato travisato lo spirito dell'iniziativa che voleva essere culturale e non politica. Infatti Dell'Utri non è stato invitato come Senatore ma come appassionato ed esperto di libri antichi e possessore di questi diari che potevano alimentare un interessante dibattito. Abbiamo deciso di non tenere l'incontro perché la Fiera è popolare e tale deve rimanere, vicina alle famiglie e agli appassionati del nostro riso e della nostra manifestazione. Sulle vicende giudiziarie dell'invitato ritengo sia sciocco che si esprima un ente fiera quando vi sono sedi assai più autorevoli e opportune di quella rappresentata da una fiera popolare".
Oggi pomeriggio Gazzani si è incontrato con Giovanni Miozzi, sindaco del Comune di Isola della Scala che è socio unico dell'Ente Fiera.
"L'Ente Fiera ha deciso, come sempre, in autonomia - ha affermato Miozzi - e i dati della Fiera stanno dando e hanno dato sempre ragione a questo Cda e a Gazzani. Dunque rispetto la scelta fatta oggi sull'incontro del 29 settembre".


Grazie per la cortese attenzione
Ente Fiera di Isola della Scala
Via Vittorio Veneto 4
37063 Isola della Scala (Vr)
fax. 045 7302596 tel 045 7300089

martedì 22 settembre 2009

Martedi 29 settembre alla Fiera del Riso di Isola della Scala c'è Marcello Dell’Utri


Da non crederci! In una fiera così piacevole e famosa dove si mangia del buon riso, ma dove, però, vengon ospitate non altrettante buone persone. Di chi stiamo parlando? Di chi?
Lo avete già capito? Basta leggere il titolo! Colui è Marcello Dell'Utri invitato alla Fiera del Riso a leggere i “Diari di Mussolini” presso il Palarisitaly di Isola della Scala (Verona) martedì 29 settembre, con inizio alle ore 21
Per chi non sapesse chi è questo esponente del Popolo delle Falsità Vi trascrivo due righe tratte da Wikipedia:
"E'un politico italiano, attualmente senatore della Repubblica per il Popolo della Libertà. Stretto collaboratore di Silvio Berlusconi sin dagli anni settanta e suo socio in Publitalia '80, nel 1993 fondò con lui il movimento politico Forza Italia. Ha subito una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione di tipo mafioso e in Cassazione per frode fiscale."

Ci si prepari dunque a dar giusta accoglienza a tal persona, ecco le iniziative,alle quali puoi aderire anche tu, che ho ritrovato nel numeroso gruppo Facebook No a Marcello Dell'Utri a Isola della Scala

1. SCRIVI UNA E-MAIL, lettera o fax di protesta al Presidente della Provincia nonché Sindaco di Isola della Scala Giovanni Miozzi ( presidente@provincia.vr.it Fax: 045 9288731 Telefono: 045 9288610) ; e per conoscenza al quotidiano l'Arena ( redazioneweb@larena.it ) e alla redazione di VRonline.it (lp@vronline.it ) per tenere il conto.

2. ORGANIZZIAMO UN DEGNO COMITATO DI RICEVIMENTO per questa serata con cartelli oppure a sandwich con su scritte le condanne di tale personaggio! Per informazioni e per partecipare contatta nadia.depaoli@tiscali.it o lp@vronline.it

FAC SIMILE DELLA LETTERA DA INVIARE: www.vronline.it/news/art.asp?IDart=1043

lunedì 14 settembre 2009

LO'DO' Alfano' Parfum 3 Il profumo di Papi



Ad ottobre la consulta deciderà se il Lodo Alfano sarà incostituzionale o meno.
Se questa lo boccierà,non fatevi illusioni, il signore e lor signori le proveranno tutte per non recarsi nei tribunali.
Al di là di ciò, il governo ne uscirebbe fortemente ancor più provato moralmente, è l'ennesima prova evidente che qualcuno non vuol "andar sotto i ferri" è l'ennesima prova che qualcuno o più han coscienza "sporca".
Se il Lodo passerà e non è da escluderlo, tenendo presente anche la notizia di due giudici membri della consulta visti ad una cenetta organizzata dal premier, la maggioranza e il suo governo si ritroveranno, con pur tutti i "casini" combinati dal Papi fino ad oggi, una "protezione" unica ed impenetrabile grazie alla quale potranno portare avanti con maggior serenità, diciamola così, la loro al quanto discussa legislatura.

Signori! Allora veloci dinamici e svelti ritorna il DO Alfanò Parfum e questa volta con la voce introduttiva di una madrina d'eccezione Wanna Marchi!
Dalle migliori erbe dei prati lombardi, dai petali dei più prestigiosi fiori dei palazzi romani,dai sali dei più profondi fondali marini sardi, nasce un'essenza unica che trova asilo nell'anima del Do Alfanò Parfum.
Sensazioni di immenso, di mistero e di libertà sono quelle che proverai ogni qualvolta che ti cospargerai il profumo.
Il Do Alfano è un prodotto di qualità e non contiene alcuna sostanza riferibile all'art. 3 della costituzione che cita:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."



sabato 12 settembre 2009

Manifestazione "Agenda rossa" - Roma - 26 settembre 2009

Pubblico qui il contenuto della mail inviata da Salvatore Borsellino in merito alla manifestazione "Agenda Rossa" che si svolgerà a Roma il 26 settembre p.v., per altre informazioni vi invito a visitate il sito 19 luglio 1992 ed il gruppo facebook PER UNA NUOVA RESISTENZA.

"La manifestazione del 26 settembre a Roma è la continuazione ideale di quella che abbiamo fatto il 20 luglio davanti al palazzo di Giustizia di Palermo in sostegno di quei magistrati che, a rischio della propria vita, stanno combattendo per arrivare alla Verità sulle stragi del '92 e del '93.
Non dobbiamo dare tregua agli assassini ed ai loro complici. Dovremo esserci tutti, quelli che abbiamo scalato sotto il sole le rampe che portano al Castello Utveggio portando un pezzo di Paolo dentro il nostro cuore, tutti quelli che eravamo in Via D'Amelio quando all'ora della strage per un interminabile minuto si sono sentiti solo i battiti dei nostri cuori, tutti quelli che abbiamo percorso le vie di Palermo che ci portavano alla Magione levando in alto le nostre agende rosse e tutti quelli che abbiamo gridato la nostra rabbia e la nostra voglia di Verità davanti al palazzo di Giustizia. E ci saranno tanti altri ancora, tutti quelli che in tante piazze d'Italia hanno urlato insieme a noi la nostra sete di Verità e di Giustizia, e avremo ancora in mano la nostra agenda rossa, un'agenda rossa che ora fa paura a tutti. Mobilitiamoci tutti, ognuno di noi si impegni a far venire quante altre persone può, in una catena che non deve avere fine. Adesso hanno paura e si stanno muovendo, cominciano a muovere le loro pedine, Rutelli, Violante, il PG Barcellona, noi dobbiamo agire più rapidamente di loro, impedire che fermino Sergio Lari, Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, non lasciamoli soli, impediamo che chiudano la bocca a Massimo Ciancimino, che si muova il CSM, facciamogli capire che dovranno passare sui nostri corpi, che dopo 17 anni non ci lasceremo strappare ancora una volta la verità. Il nostro grido di RRRESISTENZAAAAA deve essere un urlo nelle loro orecchie, un urlo gridato da vicino, sotto le finestre di quei palazzi in cui sono in tanti a sapere ed ad avere occultato la verità. Il 19 luglio in via d'Amelio abbiamo fatto scoccare la scintilla, ora è necessario l'incendio."

domenica 6 settembre 2009

Una cascata di cemento di Paolo Biondani

La questione cementificazione in Italia è un problema ben più grave di quel che si possa immaginare; il rispetto dell'ambiente non c'è mai stato e non c'è poi tanto da meravigliarsene in un paese dove la parola rispetto è stata dimenticata da anni ed anni. Vi lascio a questo articolo dell'Espresso del 30 luglio 2009 di Paolo Biondani.

Il governo Berlusconi ha promesso di battere la crisi rilanciando il business del mattone. In realtà dietro ai piani dell'esecutivo, a cominciare da quello sulla casa, non c'è altro che un nuovo sacco edilizio. Regione per regione ecco la mappa della nuova speculazione.


Più cemento per tutti. Con il cosiddetto piano casa, e con altri interventi ispirati alla stessa ideologia della deregulation edilizia, il governo Berlusconi promette di battere la crisi rilanciando il business del mattone. Ma la ripresa resta dubbia. La crisi e il crescente indebitamento delle imprese e delle famiglie compromettono le capacità di investimento dei privati. A guadagnarci sicuramente saranno pochi grandi speculatori. Mentre per la maggioranza dei cittadini il nuovo boom dei cantieri rischia di produrre danni a lungo termine molto più gravi dei benefici apparenti e immediati. Un colpo di grazia per il già moribondo territorio italiano.
Un'ipoteca pesante sul futuro del turismo, dell'agricoltura di qualità e della nuova economia verde. A lanciare l'allarme,insieme a tutte le più importanti associazioni per la difesa dell'ambiente e del paesaggio, sono autorevoli studi tecnicoscientifici e perfino gli asettici rapporti dell'Istituto nazionale di statistica. A differenza dei politici, gli esperti concordano che gran parte delle regioni hanno già raggiunto un livello di «saturazione edilizia ». Una nuova ondata di cemento «in un Paese come l'Italia, in cui il territorio è da sempre molto sfruttato», avverte l'Istat, «non può essere considerata in nessun caso un fenomeno sostenibile». Ma il peggio è che il piano casa è come una scommessa al buio: l'Italia è l'unico Stato occidentale dove già ora l'edilizia è fuori controllo, perché mancano perfino le misurazioni di quanti boschi, prati e campi vengono ricoperti ogni giorno dalla crosta inquinante del cemento e dell'asfalto.
Assalto al territorio
Dagli anni Novanta i comuni italiani stanno autorizzando nuove costruzioni a ritmi vertiginosi: oltre 261 milioni di metri cubi ogni 12 mesi. Nel giro di tre lustri, dal 1991 al 2006, ai fabbricati già esistenti si sono aggiunti altri 3 miliardi e 139 milioni di metri cubi di capannoni industriali e lottizzazioni residenziali.
È come se ciascun italiano, neonati compresi, si fosse costruito 55 scatole di cemento di un metro per lato. Il record negativo è del Nordest, con oltre un miliardo di metri cubi, pari a una media di 98 scatoloni di cemento per ogni abitante. Il risultato, secondo l'Istat, è «impressionante ». Al Nord l'intera fascia pedemontana è diventata un'interminabile distesa di cemento e asfalto «quasi senza soluzioni di continuità»: città e paesi si sono fusi formando «una delle più vaste conurbazioni europee». Una megalopoli di fatto, cresciuta senza regole e senza alcuna pianificazione, che dalla Lombardia e dal Veneto arriva fino alla Romagna. Al Centro «stanno ormai saldandosi Roma e Napoli». E nel Mezzogiorno «l'urbanizzazione sta occupando gran parte delle aree costiere». L'escalation edilizia, come certifica sempre l'Istat, non ha alcuna giustificazione demografica. Tra il 1991 e i 2001, date degli ultimi censimenti, la popolazione italiana è lievitata solo del 4 per mille, immigrati compresi, mentre «le località edificate sono cresciute del 15 per cento».

Nonostante questo, dal 2001 al 2008 il consumo di territorio è aumentato ancora: in media del 7,8 per cento, con punte tra il 12 e il 15 in Basilicata, Puglia e Marche e un record del 17,8 in Molise. Fino agli anni '80 la Liguria era la regione più cementificata. Negli ultimi sette anni le capitali del mattone, come quantità assolute, sono diventate Lazio, Puglia e Veneto. Solo quest'ultima regione ha perso altri 100 chilometri quadrati di campagne. A colpi di condoni Le statistiche dell'Istatsegnalano un rapporto diretto tra i nuovi fabbricati e le sanatorie dei vecchi abusi, varate sia dal primo che dal secondo governo Berlusconi. Nonostante i proclami di regolarizzazione che accompagnavano ogni condono, l'edilizia selvaggia ha continuato ad arricchire i furbi: nel 2008 l'Agenzia per il territorio ha scoperto, solo grazie alle foto aeree, oltre un milione e mezzo di immobili totalmente sconosciuti al catasto, cioè non registrati neppure come abusivi. Uno scandalo concentrato al Sud. Al Nord invece la legge Tremonti del '94, che detassava gli utili per farli reinvestire in nuovi macchinari aziendali, in realtà ha fatto esplodere la costruzione e l'ampliamento dei capannoni industriali e commerciali: oltre 156 milioni milioni di metri cubi all'anno.

Dietro la cementificazione del territorio c'è anche un'altra ingiustizia fiscale. Damiano Di Simine, responsabile di Legambiente in Lombardia, spiega che «l'assurdità del caso italiano è che i comuni sono costretti a finanziarsi svendendo il territorio »: «Gli oneri di urbanizzazione, da contributi necessari a dotare le nuove costruzioni di verde e servizi, si sono trasformati in entrate tributarie, per cui le giunte più ricche e magari più votate sono quelle che favoriscono le speculazioni». Nei paesi europei più avanzati succede il contrario: apposite "tasse di scopo" puniscono chi consuma territorio. Mentre in Italia, come segnala l'Istat, la pressione edilizia è tanto forte da scaricare i cittadini perfino «in aree inidonee per il rischio sismico o idrogeologico ». E tra migliaia di enti inutili, non esiste neppure un ufficio pubblico che misuri l'avanzata del cemento. La distruzione del verde L'unico studio di livello scientifico è stato pubblicato all'inizio di luglio da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano, dell'Istituto nazionale di urbanistica e di Legambiente. L'Istat infatti può quantificare, scontando i ritardi delle burocrazie locali, solo i «permessi di costruire», cioè le licenze legali. Alle statistiche ufficiali, dunque, sfuggono tutti gli abusi edilizi, oltre alle chilometriche colate di asfalto, dalle strade ai parcheggi, che accompagnano e spesso precedono le nuove costruzioni.

Mettendo a confronto foto aree e mappe della stessa scala (GUARDA), disponibili solo in tre regioni e in poche altre province, i ricercatori di questo "Osservatorio nazionale sui consumi di suolo" hanno scoperto che in Lombardia, tra il 1999 e il 2005, sono spariti 26.728 ettari di terreni agricoli. È come se in sei anni fossero nate dal nulla cinque nuove città come Brescia. La media quotidiana è spaventosa: ogni giorno il cemento e l'asfalto cancellano più di 10 ettari di campagne in Lombardia e altri 8 in Emilia, dove tra il 1976 e il 2003 (ultimo aggiornamento geografico) è come se Bologna si fosse moltiplicata per 14. Lo studio smentisce anche il luogo comune che vede nel cemento l'effetto dello sviluppo produttivo. In Friuli, tra il 1980 e il 2000, è scomparso meno di un ettaro al giorno. Mentre il Piemonte ha perso più di 68 chilometri quadrati di campagne nel decennio 1991-2001, quando il suolo urbanizzato è aumentato dell'8,7 per cento, mentre la popolazione è scesa dell'1,4. Gli urbanisti del Politecnico ammoniscono che questo modello di sfruttamento (l'Istat lo chiama «consumismo del territorio») ha ricadute pesantissime sulla vita delle famiglie. «Il fenomeno delle seconde e terze case è legato anche alla fuga dalle città sempre più invivibili», riassume il professor Arturo Lanzani: «Ma la scarsissima qualità dei nuovi progetti finisce per spostare il traffico e lo smog verso nuovi spazi congestionati ». Paolo Pileri, il docente che dirige l'Osservatorio, fa notare che «in Germania, Olanda, Gran Bretagna, Svezia e Svizzera i governi cambiano le leggi urbanistiche per limitare fino ad azzerare i consumi di suolo. Mentre in Italia non abbiamo neppure dati attendibili». Anzi, il governo punta tutto su un nuovo boom edilizio.

Le pagelle al piano casa
Per il presidente di Italia Nostra, Giovanni Losavio, la riforma berlusconiana «è peggio di un condono, perché abolisce le regole anche per il futuro: permessi e controlli diventano inutili, ora basta la parola del progettista». «Bocciatura piena » anche da Legambiente, che ha fatto l'esame delle singole leggi (o progetti) regionali di attuazione: «promosse» solo Toscana, Puglia e provincia di Bolzano, che oltre a salvare parchi e centri storici, impongono rigorose migliorie ecologiche e risparmi energetici. A meritare i voti peggiori sono i piani casa delle regioni più cementificate: in Veneto la legge Galan concede aumenti di volume perfino ai capannoni più orribili, in Sicilia la giunta progetta «bonus edilizi fino al 90 per cento acquistabili dai vicini». E in Lombardia spunta il "lodo Cielle": un premio del 40 per cento per l'edilizia sociale, ma con «possibile vendita a operatori privati». «Rimandate con debiti» tutte le altre regioni, mentre in Val d'Aosta è pronto il «piano camere»: più cubatura anche per gli alberghi. Il bilancio nazionale è «un puzzle urbanistico con regole diverse in ogni regione». E se in generale le giunte di sinistra resistono al Far West edilizio, la Campania fa eccezione. Vezio De Lucia, urbanista di Italia Nostra, e Ornella Capezzuto, presidente del Wwf Campania, sono i primi firmatari di un appello che descrive il piano casa varato dalla giunta Bassolino come «un nuovo sacco edilizio»: «Il solo annuncio della liberalizzazione delle nuove residenze nelle aree dismesse, senza neppure il limite che le fabbriche interessate siano davvero già chiuse, ha fatto triplicare in pochi giorni il valore dei capannoni». Il consigliere regionale della sinistra Gerardo Rosania, che da sindaco di Eboli fece demolire 437 villette abusive, lancia una mobilitazione antimafia: «Ci si dimentica che qui siamo in Campania. Chi può fare incetta di industrie abbandonate pagando subito è solo la camorra».

Lupi in agguato
Il cosiddetto piano casa (o piano-capannoni?) è solo il più pubblicizzato tra i programmi edilizi del governo. Italia Nostra denuncia anche «gli effetti perversi dell'abolizione di tutti i vincoli ambientali e paesistici per le grandi opere. L'esperienza dimostra che l'urbanizzazione più caotica si sviluppa proprio sulle direttrici delle nuove infrastutture». Vezio De Lucia e Antonello Alici temono soprattutto il ritorno del disegno di legge, approvato nel 2005 solo dalla Camera, che porta il nome di Maurizio Lupi, ex assessore ciellino a Milano, oggi sottosegretario del premier: «Una controriforma urbanistica che vuole applicare a tutta Italia il rito ambrosiano dell'edilizia contrattata direttamente dai privati. Un modello che cancella le quantità minime di verde e servizi abrogando lo stesso principio del governo pubblico del territorio». Un professore del Politecnico, Andrea Arcidiacono, ha provato a calcolare chi ci ha guadagnato davvero a Milano: «I maggiori programmi integrati hanno prodotto 2,3 milioni di metri quadrati di nuove costruzioni. Il settore pubblico ha ottenuto benefici lordi per 360 milioni, per lo più verde senza manutenzione e parcheggi di servizio agli stessi fabbricati (55 ettari su 200): si tratta del 4 o 5 per cento dei presumibili ricavi dei privati ». Come dire che, ogni cento euro, al Comune ne vanno 5 di incassi teorici, ai re del mattone 95 di soldi veri. Il titolo dello studio è una domanda: «E i cittadini cosa ci guadagnano?».

giovedì 3 settembre 2009

Un settembre da Lo' DO Alfano' Parfum 3

Settembre sarà all'insegna di Lò DO Alfanò Parfum.
Il nuovo spot sarà diverso dai primi due.
Sarà tutto più dinamico ed in più avrà la voce di una persona molto conosciuta.
Stai in attesa.







mercoledì 2 settembre 2009

La Nebbia e La Neve è anche su Facebook

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Ebbene si! Dopo tanto rimandare ho deciso di inserirmi anche in Face Book con due modalità:
  1. Puoi richiedermi l'amicizia direttamente a LaNebbia E La Neve (vedi sopra)
  2. Puoi diventare fan della pagina facebook La Nebbia e La Neve (vedi sotto)
Io ti consiglio sia il punto uno che il due!


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martedì 1 settembre 2009

Papi Story, 10 domade a Silvio Berlusconi

Son tornato! Prima di tutto ho voglia di porre dieci domande :

1. Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?

2. Nel corso di questa amicizia, che il premier dice "lunga", quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?

3. Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso - come ammette anche Berlusconi - il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?

4. Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?

5. Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?

6. Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?

7. Berlusconi si occupa dell'istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?

8. E' vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l'accesso alla scena politica e questo "uso strumentale del corpo femminile", per il premier, non "impoverisce la qualità democratica di un paese" come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?

9. Veronica Lario ha detto che il marito "frequenta minorenni". Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o "alleva", per usare senza ironia un'espressione della ragazza di Napoli?

10. Veronica Lario ha detto: "Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E' stato tutto inutile". Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell'Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l'esito di "una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità". Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?